Repubblica Salute 27.11.18
Se sono i teen a tagliare fuori il mondo
I giovani sono più esposti Dai 14 anni in su
Ma capire non è facile
di v. p.
Adolescenti
fragili, alla ricerca di un’identità. Stretti in un dolore che diventa
malattia, la depressione. Anche perché, come ricorda l’Oms, quando si
parla di salute mentale metà dei problemi incomincia a 14 anni. Un tema
appena affrontato al congresso della Società di Psichiatria. Per Pim
Cuijpers, professore di Psicologia alla Vrije Universität di Amsterdam,
uno dei maggiori esperti mondiali di depressione, è bene osservare con
attenzione i ragazzi per capire se c’è qualche cosa che non va.
«
La depressione può insorgere a tutte le età e in qualsiasi momento. Ma i
giovani sono particolarmente a rischio - spiega Cuijpers anche per la
diffusione di droghe e di alcol. È una priorità curarli per evitare che
il male si cronicizzi».
Nel mondo dal 10 al 20% di bambini e
adolescenti soffre di depressione o di un altro disturbo mentale. Numeri
che sarebbero in crescita. « Difficile stabilire con certezza che ci
sia un maggior numero di ragazzi depressi oggi rispetto al passato.
Questa malattia c’è sempre stata e oggi usiamo per definirla dei
parametri che non erano conosciuti trent’anni fa. In passato molti casi
non venivano classificati».
In Italia i giovani tra i 12 e i 25
anni sono circa 8 milioni e 200 mila. Fra loro, il 10%, si dichiara
insoddisfatto della propria vita. Questo stato d’animo può essere il
primo passo verso la malattia. Ma quali sono i segnali che possono far
intuire che un giovane non sta bene? «Un cambiamento improvviso fa
capire che qualche cosa non va. Se il figlio non frequenta più gli
amici, non esce, è triste, poco concentrato, irritabile, mangia poco o
troppo, a quel punto deve scattare l’allarme - spiega Cuijpers - tutto
dipende, naturalmente, dal carattere».
Sbalzi di umore e ansia
sono altri elementi da tenere d’occhio. Fino a 12 anni si ammala fra l’1
e il 2% dei ragazzini, una percentuale che sale negli anni
dell’adolescenza fino a sfiorare il 5-6% dopo i 18 anni. E sono le
femmine ad essere più fragili. «È difficile fare una diagnosi in un
teenager. - aggiunge Cuijpers - Non si fanno curare, si chiudono, non
parlano, e chiedono aiuto quando la malattia è in fase avanzata. Quando
non riescono più ad andare a scuola».
Spesso questi disturbi
influiscono sullo sviluppo e, se trascurati, possono persistere nel
tempo. Possono essere un precursore di altri problemi psicopatologici da
adulti, con un aumentato rischio di suicidio o di evoluzione verso il
disturbo bipolare.
«Per questo la prevenzione è importante -
conclude l’esperto - anche se non è facile conquistare la fiducia degli
adolescenti. Serve una formazione per gli insegnanti per dare loro i
mezzi per captare eventuali segnali di allarme. L’intervento psicologico
dovrebbe funzionare anche nelle scuole».
( v. p.)