Il Sole Domenica 11.11.18
Filosofia politica. La tesi di Carlo Daniel Lasa va al di là della lettura populista
Peronismo? Fascismo in salsa argentina
di Sebastiano Maffettone
Carlo
Daniel Lasa, professore di filosofia presso l’Università Cattolica di
Cordoba in Argentina, ha scritto un libro breve ma interessante sul
peronismo, libro inequivocamente intitolato Que és el Peronismo.
L’interesse deriva, oltre che dalle indubbie capacità
teorico-ricostruttive dell’autore, perlomeno da due faccende.
Innanzitutto,
Lasa è argentino e quindi conosce dall’interno la storia e la realtà
del peronismo. Come ci dice nelle prime pagine, lo ha vissuto sulla sua
pelle, con il padre peronista che discuteva con la madre anti-peronista
(leggendo il libro si capisce che alla fine l’autore ha finito per fare
sua la tesi della madre).
In secondo luogo, perché in un’età in
cui il populismo sembra affermarsi dappertutto studiare il populismo per
eccellenza, e cioè il giustizialismo di Peron, sembra un’ottima idea.
Un ulteriore motivo di interesse per noi sta nel fatto che Lasa nella
sua lettura del fenomeno è molto influenzato da autori italiani. La sua
lettura del fascismo deve molto a quella filosofica di del Noce e a
quella storica di de Felice.
Per non parlare di Giovanni Gentile
il cui pensiero c’entra molto non solo con l’autore di questo libro ma
anche con le convinzioni teoriche di Juan Domingo Peron, uomo che -come
nessun altro- incarnò lo spirito del popolo argentino e la filosofia
nacional. Peron aveva anche una sua filosofia, se la vogliamo chiamare
così, cui Lasa dà il nome di praxismo e a cui aveva già dedicato un
libro precedente nel 2012 (Juan Domingo Peron: el demiurgo del praxismo
in Argentina). Il praxismo, a sua volta, altro non sarebbe che la
versione argentina del fascismo italiano così come interpretato da
Gentile.
Tra le altre cose, Peron visse in Italia dal 1939 al
1941, ben prima cioè di conquistare il potere in Argentina, paese di cui
fu capo incontrastato dal 1946 al 1955 (per poi ritornare più
brevemente nel 1973 e 1974). Ma dopo il soggiorno italiano l’ammirazione
per il fascismo teorico e pratico, durò vita natural durante. Tanto che
molti anni più tardi egli scrisse che Mussolini era l’uomo di stato più
brillante che avesse mai conosciuto.
Ma come si fa a dire che il
peronismo, con l’anima populista che lo contraddistingue, è una forma di
fascismo sia pure sui generis? Da un lato, Lasa poggia questa tesi,
come si diceva, su una lettura attualistica del praxismo peroniano.
Dall’altra, si basa sulla classica visione storico-critica, ispirata ai
testi di Nolte e del Noce, per cui la grande divisione della prima metà
del Novecento è quella tra rivoluzionari (radicali di sinistra) e
nichilisti (radicali di destra).
E alla luce di questa divisione
non c’è dubbio che Peron stia più coi secondi che coi primi. Cosa che,
tra l’altro, è confermata dalla sua avversione costante per il mondo
anglosassone e per l’Illuminismo. Il peronismo ebbe comunque rapporti
stretti con la Chiesa Cattolica, cosa che Lasa non manca di
sottolineare. Così come, discute con finezza le interpretazioni del
peronismo da Zanatta a Laclau.Qué es El Peronismo (una mirada
transpolitica), Carlos Daniel Lasa
Ediciones Universidad Catòlica de Salta, Salta (Argentina), pagg 138, € 6