il manifesto 3.11.18
Espulsa da Israele la scrittrice Susan Abulhawa
Medioriente.
La scrittrice palestinese-americana ieri era in attesa di essere
espulsa dopo essere stata fermata giovedì al suo arrivo all’aeroporto
Ben Gurion di Tel Aviv. Era tra gli ospiti più attesi di «Kalimat», il
Festival della letteratura palestinese che si apre oggi a Gerusalemme
Est, Haifa e in tre città della Cisgiordania
di Michele Giorgio - Gerusalemme
Il
suo nome è tra quelli di spicco di «Kalimat», il Festival della
letteratura palestinese che si apre oggi a Gerusalemme Est, Haifa e in
tre città della Cisgiordania. Ma a quest’appuntamento importante per la
cultura palestinese Susan Abulhawa non ci sarà.
La scrittrice
palestinese-americana, nota per il best seller Mornings in Jenin,
pubblicato in italiano da Feltrinelli con il titolo di Ogni mattina a
Jenin, ieri era in attesa di essere espulsa dopo essere stata fermata
giovedì al suo arrivo all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. «I ricorsi
presentati dall’avvocato sono stati respinti dai giudici. È un fatto
gravissimo. Susan è un’esponente della cultura internazionale e stava
rientrando nella sua terra d’origine», ci diceva ieri Mahmoud Muna, il
coordinatore di «Kalimat».
Figlia di genitori palestinesi di
Gerusalemme, profughi della guerra arabo-israeliana del ’67, Abulhawa,
48 anni, ha pubblicato in italiano un altro romanzo di successo Nel blu
tra il cielo e il mare. Da molti anni vive negli Stati uniti, in
Pennsylvania. È la fondatrice dell’Ong «Playground for Palestine», che
costruisce parchi gioco nei campi profughi palestinesi.
Per la
scrittrice, il motivo del suo fermo è politico, legato alla sua attività
a favore della causa palestinese. Essendo cittadina americana,
aggiunge, non aveva bisogno di ottenere in anticipo il visto d’ingresso
in Israele così come le hanno detto gli agenti della sicurezza del Ben
Gurion. L’Autorità israeliana per l’immigrazione e le frontiere afferma
invece che Abulhawa, alla quale era già stato negato l’ingresso nel 2015
mentre dalla Giordania si accingeva ad entrare in Cisgiordania, era
stata informata che avrebbe dovuto richiedere il visto in anticipo prima
di recarsi in Israele e nei Territori palestinesi occupati.