il manifesto 25.11.18
Giornata storica, una valanga di viola invade Parigi
Francia
. Non solo gillet gialli, la marcia delle donne contro le violenze
sessiste e sessuali riempie la città, come a Parigi non si vedeva da
tempo. Le cifre delle violenze. Le richieste allo stato per poter
lottare contro
la manifestazione delle donne a Parigi
di Anna Maria Merlo
PARIGI
Non solo giallo, ieri a Parigi, ma una valanga di viola nelle strade
della capitale. C’erano migliaia di persone, un lungo corteo dall’Opéra a
place de la République, per la “marcia” contro le violenze sessiste e
sessuali, un anno dopo il #Metoo. È stata una giornata «storica», dicono
le organizzatrici. Manifestazioni hanno avuto lungo in una cinquantina
di città francesi, 80mila le persone scese in piazza per la vigilia
della giornata mondiale che l’Onu dedica alla lotta alle violenze contro
le donne.
Mai a Parigi si era vista una partecipazione così
elevata, 30mila (12mila per la polizia), anche se ieri la marcia ha
dovuto fare i conti con la concorrenza dei gilet gialli, che hanno
attirato tutti i commenti di giornalisti e politici, anche a causa delle
ore di scontri sugli Champs Elysées.
La manifestazione di
#Noustoutes, coordinamento nato lo scorso settembre, era stata prevista
da tempo. La marcia, che era stata dichiarata in Prefettura, ha però
dovuto cambiare punto di partenza a causa dei gilet gialli, che erano
presenti non lontano, anche se place de la Concorde era stata loro
negata dalle autorità a causa della vicinanza alla Senna (che faceva
temere incidenti, e anche perché l’Eliseo non è lontano). A Montpellier
ci sono stati anche momenti di convergenza con i gilet gialli, che hanno
fatto un’ala d’onore al corteo femminista.
Nel pomeriggio, dalle
14.30, Parigi è stata attraversata da un lungo corteo, due ore di
marcia, con il colore viola dominante. In testa uno striscione:
«Vogliamo essere libere senza paure e in vita – agitazione femminista
permanente». C’era l’allegria e la creatività tipica dei cortei
parigini: «Moins de patriarcat, plus de chocolat» diceva un cartello.
Anche questa manifestazione non è stata esente da polemiche. Alcuni non
hanno gradito che nel corteo ci fosse uno «spazio non misto» (senza
uomini), ma da #Noustoutes hanno spiegato che era opportuno per
convincere delle donne a partecipare, per poter superare la paura.
I
dati fanno paura: in Francia, secondo le cifre più recenti, ci sono
ogni anno 220mila donne vittime di violenze. Ogni giorno ci sono 250
stupri, nel 2016, le donne morte sotto i colpi del loro congiunto sono
state 123, una ogni tre giorni. La principale richiesta della marcia di
ieri è la «fine dell’impunità degli aggressori». Grazie a #Metoo, le
denunce sono aumentate in un anno del 23%. Le femministe chiedono il
conto a Emmanuel Macron, che in campagna elettorale aveva promesso di
fare della lotta alla violenza una «grande causa» nazionale. Ma i fondi
per venire in aiuto delle donne vittime di violenze sono pochi, 79
milioni, mentre le organizzazioni femminili chiedono un consistente
aumento, almeno a 500 milioni, per poter trovare luoghi di accoglienza
non precari, per permettere di ricostruire la vita.
C’erano anche
molti uomini alla marcia, ieri. L’appuntamento è stato preceduto nei
giorni scorsi da varie petizioni a favore di un impegno chiaro contro le
violenze. E anche per una vera parità, a cominciare dal salari, che in
Francia, come altrove, restano inferiori per le donne a parità di
competenze. C’è stato anche un Appello, firmato da 400 giornaliste, per
sensibilizzare sul sessismo nelle redazioni.