Il Fatto 24.11.18
Verona, donne in piazza contro la Vandea di FN
Oggi neofascisti a convegno nella giornata nazionale contro la violenza di genere
di Giuseppe Pietrobelli
Camerati
e cattolici integralisti procedono spediti verso la meta, incuranti
delle sale negate, delle proteste pubbliche e delle polemiche seguite
alla mozione antiabortista del consiglio comunale scaligero contro la
legge 194, votata qualche mese fa. Siamo o non siamo a Verona, la Vandea
Bianca d’Italia, se non d’Europa come hanno pomposamente titolato i
promotori del convegno di Forza Nuova che si terrà oggi sulle rive
dell’Adige? Avevano già pronta una sala al Grand Hotel di Porta Nuova,
ma un blitz antifascista e delle donne di “Mai una di meno”, ha
denunciato la valenza politica dell’incontro.
E così la direzione
dell’albergo ha ordinato il dietrofront. Le falangi non si sono arrese e
nel giro di poche ore hanno trovato una nuova casa, questa volta molto
vicina alla giunta di centrodestra del sindaco Federico Sboarina, che
nel 2017 venne eletto anche grazie ai voti dell’estrema destra:
“Confermiamo che il convegno “Verona Vandea d’Europa” si terrà
regolarmente, nonostante tutto” ha annunciato Forza Nuova ieri
pomeriggio. “E si terrà presso la Porta Palio, uno dei luoghi più
importanti e simbolici dell’insurrezione antigiacobina veronese. Non
poteva esserci miglior luogo per rilanciare attraverso questo convegno
il messaggio di lotta e vittoria”.
A Porta Palio ha sede la
Società di Mutuo Soccorso, la cui vicepresidente è l’assessore comunale
Francesca Toffali. Insomma, un aiutino dalla giunta è arrivato. Non a
caso Verona è città sensibile, per riferimenti storici e pratiche
attuali. Le Pasque Veronesi nell’aprile 1797 furono una rara
insurrezione contadina antibonapartista. I movimenti ultracattolici qui
hanno sempre avuto casa. E adesso si intrecciano con l’estrema destra,
in un convegno che sarà aperto da Luca Castellini, coordinatore per il
Nord Italia di Forza Nuova. Seguiranno gli interventi di Fabio Marino
del Dipartimento di Diritto Privato e Critica del Diritto
dell’Università di Padova, di Marian Kotleba del Partito Popolare Nostra
Slovacchia, di Damian Kita, del partito polacco Onr, di Fabio Tuiach,
consigliere comunale a Trieste di Forza Nuova e di Roberto Fiore,
Segretario Nazionale di Forza Nuova. Al pomeriggio una marcia
antiabortista per le vie della città, promossa dal movimento No 194.
“Sarà presente – annunciano gli organizzatori – anche Giuliano
Castellino, responsabile romano di Forza Nuova, ex detenuto politico”.
Una
polveriera ideologica in una città che da sempre ha due anime, anche se
la seconda è minoritaria. In piazza Isolo, in coincidenza con la marcia
anti-194 ci sarà una conferenza stampa con presidio e flash-mob animato
dalle donne di “Non una di meno”: “Mostreremo cosa accadrebbe a medici,
chirurghi e a tutte le donne se dovesse essere approvato il disegno di
legge che introduce pene severissime per chi causa l’aborto per
lesioni”, spiega Giulia.
E Valeria Mercandino aggiunge: “Verona è
diventato un laboratorio politico e di sperimentazione, in cui l’estrema
Destra, i cristiani estremisti e la destra istituzionale si saldano.
Verona è al centro di un lavoro di tessitura, dove dopo la mozione del
consiglio comunale contro la legge 194 il senatore leghista Simone
Pillon è arrivato al punto di dire che le donne devono essere costrette a
non abortire”. Tutto questo avviene nella città del ministro alla
famiglia Lorenzo Fontana. E non può essere un caso.
Le voci che si
sono alzate contro la calata neofascista lungo l’Adige sono numerose.
“Bisogna sostenere la battaglia di ‘Non una di meno’ sulla
rivendicazione dei diritti e contro le manovre oscurantiste del governo,
sostenuto volentieri dai partiti neofascisti”, dichiara Giuseppe
Civati, fondatore di Possibile. “Tutto avviene con l’approvazione del
ministro Fontana. Attenti: non è solo un fenomeno locale, ma un progetto
che si vuole riproporre su scala nazionale”.