Il Fatto 14.11.18
L’Ici del Vaticano. Per anni i governi italiani (e pure Bruxelles) hanno coperto i privilegi
risponde Carlo Di Foggia
La
Corte di Giustizia Ue ha intimato all’Italia di recuperare l’Ici non
versata dalla Chiesa, riaprendo il contenzioso tra Stato e Vaticano in
materia di tasse. Mentre i governi passati hanno sempre trovato alibi
per non affrontare la questione, l’imbarazzato governo Conte sembra
orientato a rinunciare in toto ai miliardi che spettano di diritto alle
casse quasi vuote del nostro Paese. C’è l’esigenza di chiarezza e
giustizia su una materia delicata, in cui dubbi e incertezze danno luogo
a incomprensioni e polemiche, a volte giustificate. Se davvero dobbiamo
ragionare in un’ottica di maggiore equità, c’è il dovere politico e
morale di superare tutti quelli che possono essere o apparire privilegi
ingiusti e immotivati. Dal punto di vista etico, dovrebbe essere il
Vaticano a chiedere responsabilmente di pagare il dovuto e non essere
ipocritamente disposto a parlare con il governo evitando l’irritante
atteggiamento di chi si ritiene esentato da certe regole, le stesse
regole, che predica, siano rispettate da altri. “Date a Cesare quel che è
di Cesare, a Dio quel che è di Dio” sono parole del Vangelo, a quanto
pare difficili da recepire, non solo dalle gerarchie vaticane, ma pure
da servili governanti che confondono il concetto di fede con il concetto
di giustizia sociale.
Silvano Lorenzon
Gentile Silvano, lei ha ragione. Per recuperare quelle somme, che l’Anci
stima in 3,6 miliardi, serve una legge apposita, ma il silenzio con cui
il governo ha accolto la sentenza non lascia trasparire la volontà di
muoversi in questa direzione. Come spesso accade in questi casi, però,
all’esecutivo in carica tocca una grana che, per la colpevole ignavia
dei predecessori, presenta il conto tutto insieme. Un conto è riscuotere
i soldi dovuti anno per anno, un altro è chiedere indietro l’arretrato
del 2008-2012 in un colpo solo. È l’epilogo di una storia di connivenze
in cui i governi italiani, ma anche Bruxelles, hanno coperto il Vaticano
garantendogli un ingiusto privilegio. Prima il governo Berlusconi ha
esonerato la Chiesa dal pagare l’Ici sugli immobili, poi il governo
Prodi l’ha limitata alle attività “esclusivamente commerciali” (bastava
avere una cappella in un albergo per venire esonerati), infine Bruxelles
ha dato ragione a Roma che lamentava di non poter recuperare gli
arretrati per mancanza di dati. Il governo non sembra voler aprire un
nuovo fronte di scontro interno, stavolta con il Vaticano. Che pure –
per bocca di Papa Francesco – si era detto disponibile a saldare
l’arretrato (solo a Roma vale 20 milioni), senza però dare seguito alle
promesse. Alla politica serve un gesto di coraggio, ben sapendo che ha
ereditato un disastro del passato.