Corriere 18.11.18
Taiwan
Il giovane che non sa più ricordare
Chen, il ragazzo con il taccuino, scrive tutto: la sua memoria dura 10 minuti
«Se volete aiutarmi non mandatemi troppi soldi: presto non saprei più dove li ho messi»
di Michele Farina
I
vicini lo chiamano «il ragazzo con il taccuino». Ogni giorno, ogni
volta che fa qualcosa, ogni sera prima di andare a letto, Chen Hong-zhi
aggiorna il diario. Notizie di cronaca, più che pensieri. Chen annota
quello che ha fatto nel campo, quante zucche ha venduto, chi ha
incontrato al mercato. Questo ragazzo di Taiwan, di anni ventisei, è uno
strano grafomane. Scrive rapidi appunti, prima di riportare tutto sul
grande quaderno che tiene a casa. Seduto al tavolo, con una penna
dall’inchiostro azzurro, a volte con l’aiuto di mamma Miao-chong. La sua
scrittura è personale, difficile da decifrare. Negli ultimi nove anni
Chen ha accumulato un armadio di quaderni così. Sono la sua vita, la sua
«memoria esterna», l’unica che gli è rimasta.
Quella «interna» si
esaurisce nel giro di 5-10 minuti. Il tempo di aprire un file, senza
poter mai fare «save». A 17 anni un incidente stradale danneggiò
gravemente il cervello di Chen. Un intervento chirurgico lo riportò in
vita, senza riuscire a recuperare una parte cospicua dei lobi temporali
dove hanno sede gli ippocampi, quelle «centraline» capaci di fissare le
esperienze in ricordi a lungo termine che smettono di funzionare anche
nei malati di Alzheimer. Il cervello di Chen ha perso questa
possibilità, e ogni dieci minuti la sua vita in un certo senso
ricomincia da capo. L’ha raccontato alla Reuters il dottor Lin
Ming-teng, il medico del Taipei Veterans General Hospital che ha in cura
il giovane e la sua mamma.
Il ragazzo che non ricorda e la donna
che vorrebbe dimenticare vivono nel villaggio agricolo di Beipu. Si
mantengono grazie all’assistenza dello Stato e ai soldi racimolati
vendendo verdura. Prima che morisse suo padre quattro anni fa, Chen
lavorava con lui raccogliendo bottiglie di plastica vuote. Sulla strada
qualcuno fu colpito dalla sua storia e la raccontò su Facebook. «Il
ragazzo con il taccuino» divenne famoso in Cina. Molta gente offrì aiuti
in denaro, lui ringraziò con ironia: «Non mandatemi troppi soldi perché
poi mi scorderei dove li ho messi». Miao-chong, seconda moglie e ora
vedova del papà di Chen, vorrebbe tornare nel suo Paese, in Indonesia,
ma teme per il destino del giovane: «Se me ne vado chi si curerà di
lui?». Ogni mattina, è lei a ricordargli il suo posto nel mondo. La
madre e gli appunti da sfogliare. Un giorno a caso: «2 luglio, pioggia,
ho tagliato 18 bambù per cucinare,strappato 5.898 erbacce, venduto
zucche con zio Liao, alle 22.08 zzz», a letto. La memoria «procedurale»,
la capacità di portare a termine semplici lavori, in Chen non è
compromessa. Il diario è una boa, una prova che ogni giorno lui non
comincia da zero: «26 ottobre, cercato dappertutto il telefonino, andato
alla Chiesa Cattolica, alle 22.38 zzzz». La storia di Chen non è unica.
Il caso più famoso è quello di Henry Molaison, un giovane che nel 1953
perse la capacità di acquisire nuovi ricordi per la perdita di entrambi i
lobi temporali in seguito a un intervento. Fino al 2008, anno della
morte, H.M. fu oggetto di infiniti studi. Si devono proprio ai suoi
ippocampi mancanti le scoperte forse più rivoluzionarie sui meccanismi
della memoria.