Corriere 10.11.18
«La tv delle ragazze», nel guardare all’indietro c’è tutto da perdere
di Aldo Grasso
Ma
perché? Perché si fanno operazioni come questa dove c’è tutto da
perdere? Sono passati trent’anni e il tempo, per tutti, non è mai
clemente.
In Rai non c’è più Angelo Guglielmi a teorizzare la sua
tv e a incutere rispetto. Non c’è più il ceto medio riflessivo, spazzato
via dal pressappochismo. Non c’è più quella sinistra che aveva la
titolarità dell’ironia. È rimasto solo il grande Bruno Voglino, versante
entertainment della gloriosa Raitre, che si presenta in studio con una
giubba verde pisello, stile Peter Pan.
C’è ancora Serena Dandini,
affiancata nella conduzione da Martina Dell’Ombra, di gialloverde
vestita come il vento del cambiamento: ma certi vizi non cambiano mai,
come quello di sentirsi più intelligenti del proprio pubblico. La
riproposta de «La tv delle ragazze. Gli stati generali» spazza via la
soccorrevole nebbia che avvolge i ricordi (la gag della donna ideale di
Angela Finocchiaro non ha perso di smalto, è ancora mirabile e scoprire
Maurizio Crozza che fa da comparsa a Carla Signoris è meraviglioso) e
spinge il programma verso le dune di «Colorado», di «Made in Sud» (Rai3,
giovedì, ore 21,15). Per non dimenticarli, mi sono segnato alcuni
sketch: la Piattaforma Monroe (bisognava scriverci sotto: parodia della
piattaforma Rousseau), la GEA - Grande Enciclopedia Approssimativa, la
Sciarelli (Francesca Reggiani) che cerca la Sinistra, il TeleGiornale
del Cambiamento (in stile Eiar che fa tanto Fascisti su Marte), Cinzia
Leone che rifà se stessa trent’anni dopo, la parodia di Marco Travaglio e
di Maria Elena Boschi della Guzzanti… E poi la gentile partecipazione
di Paola Cortellesi, Isabella Ragonese, Lella Costa, Massimo Ghini.
Ecco, gentile. Sì, poi però l’intervista a Emma Bonino e la lunghezza
della trasmissione azzopperebbero persino Checco Zalone. Come tutti gli
sguardi tv all’indietro, anche questo è un piccolo graffio sul presente,
un liquore tonico di rispettosa indifferenza.