lunedì 15 ottobre 2018

Repubblica 15.10.18
I veri vincitori
Tra ambiente e accoglienza per i migranti
La sinistra tedesca è sempre più verde Il capolavoro di Katharina Schulze
di Tonia Mastrobuoni


MONACO DI BAVIERA (GERMANIA) Poco dopo le sei di pomeriggio, parte i boato. Alla festa dei Verdi, convocata in una sala concerti del centro di Monaco, la colonnina delle proiezioni sul maxischermo schizza a livelli inimmaginabili.
Diciotto per cento. Dieci punti in più in soli quattro anni. La crisi dei Verdi è finita. Il partito dato per morto fino a poco tempo fa perché i suoi temi sembravano riassorbiti dalle forze tradizionali e perché sembrava avere perso la sua spinta propulsiva rispetto alla stagione ribelle degli anni Settanta riparte dalla Baviera. Tra la folla c’è anche Markus Groeber, trentunenne militante della Csu che dice di essere venuto «ad annusare» l’atmosfera. Per lui sarebbe preferibile se il suo partito si alleasse con i Freiheitlichen - «sono un conservatore» - ma riconosce anche che una coalizione con gli ambientalisti sarebbe «interessante. È soprattutto tra i giovani che il tabù di un abbraccio tra l’ultraconservatorismo cristianosociale e l’ambientalismo pragmatico dei Verdi è caduto da tempo.
Il boom incredibile dei Gruenen bavaresi ha sicuramente un volto, quello sempre sorridente di Katharina Schulze, la trentatreenne nata a Friburgo, come Wolfgang Schaeuble, ma cresciuta in Baviera, sull’Ammersee. L’ex leader dei Giovani ha scelto in tempi bui di leader untori, ansiogeni e populisti un messaggio europeista e ottimista. Claudia Roth, storica esponente degli ambientalisti tedeschi, sale sul palco della sala tappezzata di verde nel tardo pomeriggio e offre un’interpretazione lucida della giornata elettorale che cambia il destino della Baviera e, forse, della Germania. «La Csu non è più la Baviera», sostiene, aggiungendo che «la madre di tutti i problemi non è l’immigrazione», come aveva sostenuto tempo fa Horst Seehofer, bensì «il ministro della Heimat», Seehofer stesso. E l’ex ministro cita anche un dato inconfutabile: «Noi abbiamo predicato l’amore cristiano per il prossimo e il rispetto dei diritti umani», e molti credenti, questo il sottotesto, hanno voltato le spalle alla Csu e hanno preferito i Verdi. Schulze ha sempre insistito sulla solidarietà con i profughi.
La pasionaria degli ambientalisti arriva alla festa alle otto e mezza di sera, accompagnata dall’altro Spitzenkandidat, Ludwig Hartman, e grida dal palco che «vogliamo migliorare il mondo, ogni giorno un po’». Schulze ricorda l’impegno «contro i cambiamenti climatici» e per «la parità tra uomini e donne», e la voce quasi si spezza quando urla che «siamo l’unico partito pro-europeo, e non per ‘Bavaria o Germania first’». Soprattutto, «la maggioranza assoluta della Csu è storia».
Il mantra dell’ex capa dei Verdi di Monaco che vinse anni fa la battaglia per il "No" alle Olimpiadi nel capoluogo bavarese è stato soprattutto quello del filoeuropeismo e della solidarietà. E Schulze si rallegra anche del boom di iscritti: «In Baviera siamo diventati più di diecimila!».
Anche se stavolta non dovessero riuscire a fare il salto nel parlamentino regionale, i Verdi si candidano seriamente a diventare una Volkspartei.
Intanto, sono diventati il principale partito d’opposizione.
Nella folla che acclama Schulze, Hartmann e il leader federale dei Verdi Robert Habeck, riconosciamo anche Benjamin Adjei, ventottenne candidato al parlamentino regionale. Madre tedesca e padre ghanese, Adjei non riesce a smettere di sorridere - l’atmosfera è contagiosa nella sala concerti, e colpisce l’età giovanissima dei militanti - e non ha dubbi che «l’odio non porta a nulla» e che «il messaggio liberale e di tolleranza che ci contraddistingue ci ha aiutato a vincere». Un messaggio in controtendenza con il sovranismo disumano e razzista. Che può ancora vincere.