Repubblica 13.10.18
La mobilitazione dei giovani antisovranisti in 50 città
Gli studenti scendono in piazza è il primo sciopero anti-governo
A Torino in fiamme i manichini dei leader. Salvini: " Schifoso". Di Maio: " Porte aperte, niente denunce"
di Matteo Pucciarelli
«Apriamo
le scuole e le città, contro il governo del cambiamento. La pacchia è
finita! » , recitava lo striscione di apertura del corteo giovanile a
Torino, ribaltando il famoso slogan del leader della Lega. E così sono
stati loro, gli studenti, i primi a interrompere la luna di miele
dell’esecutivo con il Paese: almeno 70mila ragazzi di scuole superiori e
università sono scesi in una cinquantina di piazze, da Roma a Napoli,
da Bari a Catanzaro e Palermo, da nord a sud, per protestare contro la
"manovra del popolo". Le organizzazioni studentesche denunciano la
mancanza di risorse per l’istruzione nella manovra ma anche di
provvedimenti per contrastare la precarietà del lavoro.
A Torino
la manifestazione è stata più radicale. Manichini con le sembianze di
Salvini e Di Maio sono stati dati alle fiamme davanti alla prefettura.
Mentre di fronte al ministero dell’Istruzione i ragazzi hanno bruciato
una telecamera di cartone posata sopra mattoni. « I mattoni sono quelli
che rischiano di caderci in testa tutti i giorni - la spiegazione - Le
telecamere sono quelle che vogliono mettere in ogni scuola per
controllarci».
La reazione dei due vicepremier di fronte a queste
prime avvisaglie di protesta dimostrano la diversità di approccio ( e di
elettorato) di Lega e M5S. « Questi " democratici" studenti, coccolati
dai centri sociali e da qualche professore, avrebbero bisogno di molte
ore di educazione civica. Forse - ha scritto il ministro dell’Interno su
Twitter - capirebbero che bruciare in piazza il manichino di Salvini e
di chiunque altro, o appenderne ai lampioni le immagini, è una cosa
schifosa » . Molto più dialogante Di Maio: « Ci sono ragazzi che stanno
manifestando, vediamoci, le porte del ministero sono aperte. Le
manifestazioni si devono fare, andate avanti. Ho fatto il rappresentante
degli studenti, so bene il valore di una pressione sociale pacifica. Ma
non è vero che tagliamo a scuole e università » . E siccome due ragazze
sono state denunciate per i manichini, il vicepremier dei 5S ha detto
di sperare che « la denuncia per vilipendio, reato di epoca medievale,
venga archiviata il prima possibile. La repressione non porta mai a
nulla di buono».
La posizione di comprensione della piazza da
parte del Movimento è in qualche modo naturale: tutti gli istituti di
sondaggi e ricerca hanno spiegato che lo scorso 4 marzo, ma con tendenze
simili anche gli anni precedenti, nella fascia 18-25 anni il M5S stacca
nettamente gli altri partiti, con oltre il 40 per cento. Un po’ per il
profilo genericamente antisistema e quindi di rottura, un po’ per la
promessa del reddito di cittadinanza e di maggiori tutele per i
lavoratori precari, il voto giovanile una volta rivolto a sinistra ha
premiato i 5Stelle. Se è già in corso un pentimento generazionale è
presto per dirlo, ma le piazze di ieri per Di Maio e co. rappresentano
una preoccupante avvisaglia, anche perché gli studenti annunciano nuove
mobilitazioni.