Italia, il Paese è questo....
Corriere 21.10.18
il sondaggio
Il 59% approva le misure
di Nando Pagnoncelli
Nel
complesso la manovra del governo piace al 59 % degli italiani, mentre
viene bocciata da uno su tre. La pace fiscale piace anche a chi vota
M5S.
La presentazione della legge di Bilancio 2019 ha suscitato
reazioni vivaci a più livelli e forti tensioni tra maggioranza e
opposizione, tra il governo e le istituzioni europee. La risposta dei
mercati finanziari non si è fatta attendere, lo spread ha raggiunto il
livello più elevato degli ultimi 5 anni e la Borsa è in calo. A ciò si
aggiungono i malumori tra le due forze della maggioranza sul sospetto di
manipolazione del decreto fiscale.
Alla luce di queste reazioni, a
distanza di tre settimane abbiamo voluto sondare nuovamente le opinioni
degli italiani sui provvedimenti più importanti della manovra. I
risultati non sono molto diversi rispetto al precedente sondaggio.
Iniziamo
dai provvedimenti più divisivi, cioè il reddito di cittadinanza e la
pace fiscale. Nel primo caso prevalgono le valutazioni negative, il 49%
si dichiara contrario mentre il 42% è favorevole. Il consenso prevale
largamente tra gli elettori pentastellati (73%), meno nettamente tra i
leghisti (53%), mentre viene rigettato dalla stragrande maggioranza
degli elettori dell’opposizione, con punte dell’85% tra quelli di
centrosinistra. Piace ai potenziali beneficiari, cioè disoccupati,
lavoratori esecutivi, residenti nelle regioni centromeridionali ma anche
ai dipendenti del settore pubblico e alle casalinghe, mentre viene
osteggiato dai ceti dirigenti e impiegatizi del settore privato, dai
lavoratori autonomi, dalle persone più istruite e dai residenti delle
regioni settentrionali.
Quanto alla pace fiscale, il 47% si
dichiara a favore e il 42% contro. In questo caso il consenso prevale
non solo tra gli elettori della maggioranza (64%, con lo stesso livello
di consenso per i sostenitori delle due forze), ma anche tra quelli
dell’opposizione di centrodestra, Forza Italia in primis (48%), e tra
gli astensionisti (42%), come pure tra i ceti meno istruiti, le
casalinghe, gli operai (mentre i lavoratori autonomi si dividono a
metà), i residenti nel Nord est e al Sud.
Tutte le altre misure
ottengono un ampio consenso, a partire dal taglio delle «pensioni
d’oro», ossia la riduzione degli assegni pensionistici al di sopra dei
4.500 euro netti mensili, un provvedimento gradito dal 68% degli
italiani, seguito dalla revisione della legge Fornero con l’introduzione
della «quota 100» (58%), per finire con la «flat tax», cioè
l’estensione della tassazione forfettaria al 15% a tutte le partite Iva
con ricavi fino a 65.000 euro (55% i favorevoli). Nel complesso la
manovra è apprezzata dal 59% degli italiani, mentre viene bocciata da
uno su tre (33%). Piace a quattro elettori su cinque della maggioranza
(81%), ma anche alla metà di quelli di FI, nonché agli astensionisti
(50%). E fa breccia anche nel centrosinistra, dato che risulta gradita
da circa un elettore su quattro (23%).
Rispetto al sondaggio di
tre settimane fa aumenta dal 41% al 45% la quota di chi ritiene che la
manovra non metterà a repentaglio la tenuta dei conti pubblici, mentre
il 37% è di parere opposto e il 18% non sa rispondere. In ogni caso il
deficit previsto e la possibilità di aumentare il debito pubblico non
sembrano preoccupare più di tanto: infatti, secondo un nostro sondaggio
per la trasmissione «DiMartedì» , il 55% ritiene che l’aumento
dell’indebitamento sia necessario per far crescere l’economia.
Le
reazioni dei mercati finanziari sono vissute come un’indebita
interferenza. D’altra parte non brilliamo per competenze finanziarie
(solo un italiano su quattro dà una definizione corretta di «spread» ed è
in grado di valutare correttamente cause e conseguenze) e in questa
fase ciò può rivelarsi molto utile in termini di consenso.
La
manovra, quindi, è sostenuta da aspettative elevate. A questo punto per
il governo non si tratta solo di mantenere gli impegni presi, quanto di
verificare se (e quando) i risultati raggiunti corrispondano alle attese
suscitate. Ma, come recita un proverbio inglese, la prova del budino è
nel mangiarlo.