Il Fatto 29.10.18
Gentile: il pavido tentativo di salvare Paul Kristeller
Alle
preoccupazioni del 28enne tedesco già fuggito dal nazismo il professore
replicava: “Vi esorto a non pensarci troppo”. Ma gli dispiaceva
Gentile: il pavido tentativo di salvare Paul Kristeller
di G. Me.
“Carissimo,
ho parlato giorni addietro a Gabetti di un valentissimo giovane, il
Dott. Cristaller [sic] che accetterebbe volentieri un lettorato tedesco
in Italia. (…) È ebreo, ma appoggiatissimo da Heidegger, di cui è
allievo”. È il 2 ottobre 1933, mancano cinque anni alle leggi razziali
ma – con buona pace del partito “non volevano ma Hitler…” – essere ebreo
in Italia è già un dannato problema. Paul Oskar Kristeller ha 28 anni e
ha lasciato la Germania: uno dei primi atti del nazismo è cacciare gli
ebrei dall’Università. È un raffinatissimo studioso di filosofia. È
ebreo ma bravo. Cinque anni dopo sarà bravo ma ebreo. Il professor
Ernesto Codignola segnala il giovane al suo maestro Giovanni Gentile che
se lo prende alla Scuola Normale di Pisa, di cui è direttore. Gentile è
un fascista della prima ora, ministro dell’Istruzione e artefice della
riforma della scuola. Un grande intellettuale che naviga nella dura
realtà politica. Non condivide le teorie razziste ma tace. Aderirà alla
repubblica di Salò e nel 1944 sarà ucciso da partigiani comunisti.
Kristeller,
secchione patologico, a Pisa sembra felice. “Posso constatare, non
senza commozione, che il suo paese mi dà un’ospitalità e un aiuto
amichevole che mi ha rifiutato la mia propria patria”, scrive a Gentile,
ma forse è solo diplomazia. Un collega della Normale, Luigi Baccolo, lo
intuisce: “Tutti vedevamo nascere l’alba di una nova epoca, ma solo
Kristeller vedeva il sangue di quell’alba”. Si prepara per Kristeller un
nuovo esilio, e Laura Grazioli, studentessa di chimica alla Normale,
ricostruisce la sequenza drammatica di paura e vigliaccheria.
Gentile
incita Kristeller a ottenere la cittadinanza italiana, va a Roma per
intercedere presso il Duce che gli dice no. Il 14 luglio 1938, viene
pubblicato il Manifesto della razza. Kristeller è angosciato: “Sono
parecchio preoccupato per ciò che leggo adesso sui giornali, Vi sarei
grato di sentire il vostro parere in proposito”. Il filosofo
dell’attualismo minimizza: “Vi esorto a non pensarci troppo”. Ma al
vicedirettore della Normale Gaetano Chiavacci scrive: “Vedi come cresce
la marea antisemita? Mi dispiace pel povero Kristeller”. Ad agosto
l’editore Sansoni respinge la monografia di Kristeller su Marsilio
Ficino perché è arrivato il divieto di pubblicare autori ebrei.
Chiavacci pone a Gentile la questione delle teorie razziali: “Dovremo
assistervi passivi?”. Gentile risponde con l’attualismo. Il 29 agosto
ottiene udienza da Mussolini, gli chiede di chiudere un occhio sul
filologo ebreo. Si illude. Scrive trionfante: “Per intanto Kristeller
non si tocca. Ho parlato anche con Mussolini”.
Ma arrivano le
leggi razziali. L’8 settembre Gentile scrive al Duce: “Eccellenza, nel
colloquio che lunedì scorso Vi compiaceste di accordarmi, mi diceste di
non toccare a Pisa il Kristeller. Questi invece mi pare ricada sotto il
decreto di ieri, che espelle dal Regno tutti gli stranieri di razza
ebraica (…). Vi prego vivamente, per mia norma, di farmi sapere se posso
o no trattenere, e nel caso positivo in che modo, questo povero diavolo
come lettore di lingua tedesca nella Scuola Normale Superiore. Vogliate
scusarmi. Vostro Giovanni Gentile”. Gli risponde il sottosegretario
all’Interno Guido Buffarini Guidi, pisano: “In relazione alla lettera da
Voi diretta al DUCE in data 8 settembre u.s., Vi comunico che, giusta
Superiori disposizioni, è stato consentito al Prof. Kristeller,
israelita straniero, di risiedere in Italia fino alla scadenza del
termine massimo stabilito dal R.D.L. 7.9.1938, n° 1381. Il DUCE,
inoltre, ha disposto che al medesimo venga elargita la somma di L. 5000
per metterlo in condizione di sostenere più agevolmente le spese di
trasferimento”. Kristeller va in America. Gentile pensa alla Normale e
cerca un docente che lo sostituisca. Scrive a Codignola: “Spero bene che
non sia né israelita, né antinazista. Mi premerebbe avere un altro
Kristeller, ma senza il punto nero che mi diede sempre tanto da fare”.
Kristeller se ne va col suo punto nero a insegnare alla Yale e alla
Columbia. Morirà a 94 anni lasciandoci una negazione quasi beffarda
dell’attualismo gentiliano: “Il passato resta reale anche dopo che è
scomparso dalla scena. È compito dello storico tenerlo vivo e dare
giustizia anche a sconfitti e dimenticati”.