Corriere 6.10.18
il sondaggio
Calo M5S, Lega vicina al 34%
di Nando Pagnoncelli
Cinque
Stelle in calo, arrivano al 28,5 per cento. La Lega — secondo il
sondaggio Ipsos — invece continua a rafforzarsi e ormai sfiora il 34%.
Pd stabile al 17,1. Forza Italia al 7,8 per cento.
C ome avviene
ogni mese, questa settimana ci occuperemo dell’andamento delle
intenzioni di voto, della valutazione del governo, del premier e dei
vicepremier. Se guardiamo alle intenzioni di voto, l’andamento dei dati
segnala una sostanziale stabilità della Lega che, dalla ripresa
autunnale, rimane su valori assai elevati, intorno al 34%; un affanno
del M5S, oggi quotato al 28,5%, in flessione di 1,5 punti rispetto a un
mese fa e di 3 punti rispetto a metà luglio; la conferma di Forza Italia
nelle posizioni più basse registrate recentemente, intorno all’8%, in
calo di poco meno di un punto rispetto all’ultimo dato pubblicato; la
stabilità del Pd al 17%. Con riferimento a questo ultimo dato è utile
sottolineare che in settembre abbiamo registrato un calo costante del
partito, che una settimana fa si collocava al 15,5%. Evidentemente la
manifestazione di domenica scorsa, l’impressione di relativa coesione
tra i dirigenti, la visibilità mediatica, hanno contribuito a far
crescere il consenso riportandolo alla media degli ultimi mesi.
La
solida prevalenza della Lega si giustifica naturalmente con la
preponderante presenza sui media del suo leader e con la capacità di
centrare argomenti di vasto impatto: se il tema migranti è meno forte
rispetto a quando si verificarono le vicende Aquarius e Diciotti (a
ridosso del dato degli inizi di settembre) — anche se comunque vivo,
basti pensare alla vicenda di Riace — a supporto del consenso leghista
arriva il tema delle pensioni e di quota 100, molto sentito da una parte
rilevante dell’elettorato, soprattutto tra i lavoratori del Nord,
bacino principe del consenso leghista. L’affanno dei 5 Stelle è
conseguenza di alcune difficoltà degli ultimi tempi, in particolare in
relazione al decreto per la ricostruzione del ponte Morandi e alla
nomina del commissario, conclusasi proprio in questi giorni, dopo
un’attesa che ha creato malumori. Accanto a questo, contano anche alcune
perplessità sul reddito di cittadinanza, che si amplificano nel Nord
del Paese, dove la scelta viene vista come assistenzialistica.
Se
analizziamo l’evoluzione della composizione degli elettorati dei due
principali partiti, emerge che la crescita della Lega ha grande
trasversalità, ma segnala alcuni punti di maggiore espansione: i titoli
di studio medio/bassi, le età elevate, le casalinghe. È stato il
processo di progressiva cannibalizzazione dell’elettorato classico di
Forza Italia. Il M5S invece vede perdite più consistenti tra i ceti
dirigenti e il lavoro autonomo, probabilmente proprio per il reddito di
cittadinanza, e tra gli studenti, mentre mantiene e addirittura migliora
di poco il proprio consenso tra ceti medi, operai, disoccupati.
Il
gradimento del governo e del presidente del Consiglio si mantengono
assai elevati, pur confermando il lieve arretramento registrato a
luglio. Il governo ha un indice di 64 e galvanizza i propri elettori
(indice di 92 tra gli elettori pentastellati, di 94 tra quelli
leghisti), ma ottiene risultati lusinghieri anche tra chi vota FI (58).
Solo gli elettori Pd sono decisamente critici (qui l’indice di
approvazione scende al 14). Il premier Conte ha un indice ancora più
elevato del governo (67), di nuovo plebiscitario tra gli elettori della
maggioranza e più consistente rispetto all’esecutivo sia tra gli
elettori di FI (62) sia tra quelli del Pd (22). Il segnale è quindi di
un consolidarsi della luna di miele a oltre cento giorni
dall’insediamento. Consolidamento che si fonda non solo sui
provvedimenti, ma sul sentimento degli elettori, sul mutato clima del
Paese.
Infine i due vicepremier, che confermano i valori di un
mese fa: Salvini con un indice di 57 (identico a settembre); Di Maio con
52 (era 51 a settembre). Entrambi confermano il sostegno plebiscitario
tra i propri elettori (97 l’indice di Salvini tra i leghisti, 93 quello
di Di Maio tra i pentastellati). Il valore più elevato di Salvini è
determinato dal consenso più ampio che conquista tra gli elettori di FI,
dove riscuote un gradimento del 72, contro il 44 di Di Maio.
In
sostanza, pochi cambiamenti, con l’eccezione della difficoltà per i 5
Stelle. È evidente che la distribuzione delle risorse nel Def sarà
cruciale. Con un’avvertenza, come rileviamo da altri sondaggi. La tenuta
dei conti rimane un tema rilevante per gli italiani, che si affidano al
principio di precauzione