Repubblica 4.9.18
Il caso Barbarin
Il cardinale a processo che imbarazza la Chiesa francese
L’arcivescovo di Lione Philippe Barbarin, 67 anni, è accusato di aver coperto abusi. Affronterà presto un processo
100 mila firme per la petizione che chiede le dimissioni
di Anais Ginori
PARIGI
È una situazione che sta diventando sempre più imbarazzante per la
Chiesa francese. Il cardinale Philippe Barbarin, rinviato a giudizio
nell’ambito dell’inchiesta sui presunti abusi avvenuti nella diocesi di
Lione, dovrà affrontare presto un processo. Non solo. Da qualche
settimana, Barbarin è al centro di un appello a farsi da parte lanciato
online da un prete della diocesi di Valence che ha già superato 100mila
firme: un record. Barbarin è accusato di essere stato a conoscenza degli
abusi di un prete su giovani scout – avvenuti tra gli anni Ottanta e
Novanta – ma di averli a suo tempo coperti. Lui ha sempre negato, anche
se ha riconosciuto errori nella gestione dello scandalo e chiesto
pubblicamente scusa alle vittime. «Se ha riconosciuto l’errore perché
restare al suo posto? » , domanda Pierre Vignon, il prete che ha
pubblicato la petizione per convincere Barbarin alle dimissioni. «Non
voglio essere considerato un complice», tuona Vignon.
Qualche
giorno fa, hanno risposto sul giornale La Croix il vescovo di Blois,
Jean-Pierre Batut, e quello di Valence, Pierre-Yves Michel, per
sostenere monsignor Barbarin. « Deve continuare la sua missione come
arcivescovo di Lione » , hanno scritto i due monsignori. Eppure
nell’attuale clima, le voci in difesa del cardinale francese sono poche.
Le
Parisien raccoglieva ieri confidenze anonime che segnalavano un disagio
crescente nelle alte gerarchie. Il Papa finora non si è pronunciato sul
caso francese e, secondo le associazioni delle vittime, il Vaticano è
ancora poco chiaro e collaborativo sull’inchiesta.
Il processo
previsto a gennaio potrebbe essere rinviato proprio a causa della Santa
Sede. Da Roma infatti non è ancora arrivata nessuna risposta sulla
richiesta di far partecipare al processo Luis Francisco Ladaria,
prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, rinviato a
giudizio assieme al cardinale Barbarin e altre cinque persone. Secondo
alcune ricostruzioni, Ladaria sarebbe stato messo a conoscenza dello
scandalo da Barbarin, avrebbe sollecitato di fare " pulizia" nella
diocesi chiedendo però di minimizzare la vicenda. L’assenza di risposta
da Roma sulla sua presenza o meno di Ladaria al tribunale di Lione fa
aleggiare incertezza sulla procedura.