Repubblica 26.9.18
La crisi dem
Il primo test regionale
La Toscana in fuga dal congresso Pd Al voto uno su tre
Renzi esulta per il vantaggio di Bonafè ma nei circoli crolla l’affluenza di iscritti
di Massimo Vanni
FIRENZE Pd, fuga dai congressi.
Nella
Toscana non più rossa, ma pur sempre casa madre del renzismo, la
partecipazione si attesta poco sopra il 30% del totale degli iscritti.
Il 32% a Firenze, il 34% in tutta la Toscana, la prima regione ad aver
aperto il congresso. Un crollo di quasi la metà rispetto alla disfida di
oltre un anno fa tra Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano, a
guardare i dati relativi ai primi 272 circoli, poco meno del 50%.
E,
nonostante la bassa affluenza, s’incrina pure il monolite toscano
fedele a Renzi. La candidata segretaria dell’ex premier,
l’europarlamentare Simona Bonafè, sta vincendo con il 72% contro il 28
della sinistra interna capeggiata da Valerio Fabiani. Tanto che lo
stesso Renzi può esultare: «Brava Simo, avanti così». Ma la corsa
congressuale che deciderà il controllo del partito toscano, con le
primarie aperte del 14 ottobre che seguiranno il voto dei circoli, non
si esaurirà nel duello tra renziani e sinistra interna, anche se a
supporto di Bonafè, ci sarà pure la lista dell’ex responsabile sanità
del Pd ed ex deputato Federico Gelli, interprete dell’anima critica del
renzismo. Si consumerà così un duello tutto renziano tra giglio magico e
fan del ricambio interno («Gelli per il cambiamento con Simona», si
chiamerà l’altra lista).
Duello che rischia di essere per pochi
intimi. Poco più di tre iscritti su dieci, mediamente, si sono
presentati alle discussioni e alle votazioni per il futuro segretario
regionale. Pesano le disfatte di Pisa, Siena e prima ancora Pistoia che
oggi disegnano una Toscana con la maggioranza dei capoluoghi governata
dal centrodestra a trazione leghista e dai 5 Stelle. E di questo passo,
se alla fine andranno a votare 10mila iscritti sui 41mila titolari di
tessera della Toscana, sarà un successo: «Il 30% è un dato fisiologico,
in molti circoli è sempre stato così», tiene a dire il presidente del
Consiglio regionale toscano Eugenio Giani, colonnello renziano.
Ma
nelle chat interne l’allarme è scattato: l’onda che solo qualche anno
fa aveva portato Renzi prima alla guida del Pd e poi a Palazzo Chigi si è
come ripiegata. Nel Pd toscano l’ex premier continua a dominare, a
vincere con percentuali bulgare, ma intorno a lui l’entusiasmo di una
volta non si vede più. Il Pd che controlla si è ristretto.
«Il
ghiacciaio di un tempo si è sciolto, come al polo Nord. Il partito è
ormai una scatola vuota, ci sono solo i comitati elettorali di quel
parlamentare o di quell’altro», spiega un renziano critico. Eppoi:
«Perché un iscritto dovrebbe votare ai congressi? Lo sanno tutti che è
già tutto deciso, che Renzi ha già scelto come segretaria Bonafè»,
sostiene un altro. «Dobbiamo trovare il coraggio di dire che l’adesione a
un partito nell’era di internet non passa più dalla tessera, questo
mondo non esiste più», riflette un esponente del giglio magico.
La
partita finale si giocherà comunque con le primarie aperte a tutti gli
elettori. E allora Gelli (non ricandidato da Renzi e non riconfermato
alla guida del dipartimento sanità del Pd quando si è rifiutato di
correre per la carica di sindaco di Pisa), proverà a raccogliere «la
voglia di cambiamento che c’è all’interno dello stesso mondo renziano».
Una sfida portata dall’interno, la sua. Ma pur sempre una sfida
all’establishment renziano.
Per adesso, nel voto dei circoli,
Bonafè è saldamente in testa. La sinistra zingarettiana di Fabiani non
sfonda. Resta al di sotto della somma dei consensi ottenuti al tempo da
Orlando ed Emiliano. Al circolo Vie Nuove di Firenze, quello di Renzi e
di Francesco Bonifazi, è finita con 79 voti per Bonafè e 16 per Fabiani.
Un totale di 95 voti espressi su 185 iscritti. A Firenze città Bonafè
vince con l’81%. A Scandicci, il collegio del senatore Renzi dove Bonafè
ha fatto l’assessore, ha avuto 221 voti su 241. In un circolo di Pisa,
invece, il candidato della sinistra ha superato la parlamentare europea.
Mentre a Incisa, nel fiorentino, il candidato della sinistra si è
imposto per 29 voti a 10.