Repubblica 12.9.18
Fenomenologia di Corbyn l’antisemita inconsapevole
di Howard Jacobson
Questa
avrebbe dovuto essere un’estate dorata per il Labour in Gran Bretagna
Il leader del partito invece ha reso possibile la Brexit con il suo
inefficace e fievole non-sostegno al "Remain" Dovrebbe importare a
tutti, e non soltanto agli ebrei, impedire che un uomo così bigotto e
cocciuto possa fare al Paese ciò che sta facendo al soggetto politico di
cui è alla guida
Qualcuno si aspetta che io chiami
Jeremy Corbyn antisemita. No, non intendo chiamarlo in nessun modo. Lui
dice di non essere antisemita. Hamas dice che Corbyn non è antisemita e
anche il suprematista bianco David Duke dice che non è un antisemita. A
me tanto basta.
Sto facendo dell’ironia? Io non sono capace di ironia.
Sappiamo
bene che aspetto ha un antisemita. Indossa stivali di pelle nera, porta
una fascia al braccio con una svastica e grida «Juden Raus»; Jeremy
Corbyn sotto la camicia indossa una canottiera dei grandi magazzini
British Home Stores, e parla a voce bassa. Gli antisemiti accusano gli
ebrei di aver ucciso Gesù; Corbyn è ateo e non sembra fregargliene molto
se noi ebrei l’abbiamo ucciso o meno. E Corbyn non nega l’Olocausto.
Badate
bene: conosce chi lo fa. Se mi è concesso, mi piacerebbe citarvi una
frase della commedia mai scritta da Oscar Wilde intitolata La
presunzione di chiamarsi Jeremy: « Frequentare un antisemita che lei non
sa essere antisemita, signor Corbyn, può essere considerata una
sfortuna, mentre frequentare assiduamente gli antisemiti sembra proprio
una marcata propensione ».
Quando penso ai mascalzoni con i quali
me ne sono andato in giro, capisco quanto sia facile equivocare le
persone, anche quando ti si presentano con cappucci in testa e croci
ardenti in mano. Jeremy non è mai stato quel tipo di uomo che si
potrebbe definire dotato di uno spiccato spirito di osservazione.
Prendiamo
in considerazione il murales di cui si è fatto promotore: raffigura
alcuni banchieri che giocano a Monopoli sulle schiene nude degli
oppressi del pianeta. Jeremy è talmente ingenuo nei riguardi delle
caricature antisemite che non vi ha visto nulla di vagamente offensivo. «
Non l’ho guardato bene » , ha poi spiegato. Quante volte dovrà ancora
ripeterlo. Sì, ci sono andato vicino, forse, ma non pensavo che mi
riguardasse.
Se ciò vi riporta alla memoria quelli che vivevano
sottovento rispetto alle canne fumarie di Bergen Belsen e affermarono di
non aver mai annusato nulla di strano, mi rendo conto che siete
sospettosi di natura. Corbyn è un uomo impegnato. E gli uomini impegnati
non prendono scorciatoie emotive. Ecco l’immagine di un ebreo succhia-
sangue. Corrisponde perfettamente all’immagine dell’ebreo succhia-sangue
che ho in testa. Mi chiedo se possa esistere qualcosa di simile a un
antisemita inconsapevole. Jeremy afferma di essere un pacificatore. Un
pacificatore è chi media tra due parti in guerra tra loro. Perché mai,
dunque, lo vediamo sempre portare i palestinesi a prendere il tè? Può
darsi che si dimentichi, semplicemente, di invitare gli israeliani?
«Stupido che sono, mi sono dimenticato di nuovo di invitare gli ebrei!».
A
detta dei suoi sostenitori, Jeremy Corbyn non ha neppure un ossicino
razzista nel suo scheletro. La mia è solo una domanda: che cosa è un
osso razzista? E come si può capire se una persona ce l’ha o meno? Nel
solo braccio umano ci sono 64 ossa… Il fatto è che antisemitismo e
razzismo non sono proprio la stessa cosa. L’antisemitismo è più simile a
una superstizione: è radicato nella teologia, è ammantato di
irrazionalità medievale, è svecchiato per adeguarsi all’economia di
sinistra, ed è riesumato ogniqualvolta si cerchi un’unica spiegazione
per tutti i mali che affliggono il mondo. Parlare di antisemitismo come
di razzismo è una contraddizione in termini per Jeremy Corbyn, dato che
per lui gli ebrei non sono né oppressi né sfruttati, ma – in quanto
strozzini, colonialisti e cospiratori – sono la fonte e l’origine stessa
del razzismo. Una volta considerati gli ebrei razzisti e il sionismo
una manovra razzista, nessun antisemita potrà mai essere razzista. E
ogni definizione che affermi il contrario deve essere rettificata.
Dedicherò
gli ultimi secondi che mi restano – non intendo gli ultimi istanti
della mia vita, ma di questo mio discorso – a spiegare per quale motivo
dovrebbe importare a tutti, e non soltanto agli ebrei, impedire che un
uomo così malvagio, così bigotto e così cocciuto possa fare al Paese
quello che egli sta facendo al suo partito.
Coloro che ammirano
Corbyn considerano una virtù il fatto che egli non abbia mai cambiato
opinione. Signor presidente, virtuoso è restare fedeli alle proprie
opinioni soltanto se quelle opinioni meritano che si resti loro fedeli.
Persistere
in un’erroneità microscopica è il segno distintivo di un cretino.
Persistere in un’erroneità madornale è il segno distintivo di un cretino
pericoloso. L’ideologia nella quale Corbyn si è macerato in salamoia
per quasi mezzo secolo era già desueta quando lui l’ha abbracciata. E
aveva portato alla morte di milioni di persone. Che le ideologie alle
quali si oppone abbiano fatto poco meglio di ciò non depone a suo
favore.
Questa avrebbe dovuto essere un’estate dorata per il
Labour. L’incubo della Brexit, l’inferno di Jacob Rees-Mogg, la
pantomima fuori stagione di Boris Johnson: tutto avrebbe dovuto spingere
i laburisti a salvarci. Corbyn, invece, ha fatto quanto chiunque altro
per rendere possibile la Brexit con il suo inefficace e fievole
non-sostegno al "Remain".
Basterebbe questo a portarci alle barricate. L’uomo sbagliato al momento sbagliato e che abbraccia cause sbagliate.
Mi
reputo imparziale, prima di ogni altra cosa: di persone limitate in
tutto fuorché nel piacere che provano nei loro stessi confronti ce ne
sono a bizzeffe in tutti i partiti. Infestano le periferie, come Spiriti
del Natale che non credono nel passato e appoggiano le cause perse,
organizzando tea party per gli sterminatori, mantenendo l’aspetto di
sant’uomini. La disgrazia di Corbyn è essere stato innalzato e portato
via da quelle periferie per essere lasciato cadere in modo sventurato in
pieno centro.
Non lo chiedo soltanto per il nostro bene, ma anche
per il suo: per favore, c’è qualcuno che ne abbia pietà e possa
riportarlo indietro?
Howard Jacobson ha pronunciato questo
discorso il 6 settembre a favore della mozione " Jeremy Corbyn is Unfit
to be Prime Minister", un dibattito organizzato da Intelligence Squared.
Traduzione di Anna Bissanti