venerdì 28 settembre 2018

La Stampa 28.3.18
Morti sospette in clinica, riesumati sette cadaveri
di Antonio E. Piedimonte


Un’inchiesta che ha scosso il Salernitano: cinque medici indagati, sette cadaveri riesumati, altrettante cartelle mediche sequestrate e una nota clinica finita nel mirino della magistratura, che indaga sull’ipotesi di omicidio colposo. Secondo quanto emerso ieri, infatti, la Procura ha acceso i riflettori su una serie di strani decessi avvenuti dopo interventi chirurgici considerati di routine. A mettere in allarme i magistrati, qualche mese fa, era stata una segnalazione di morti sospette nella casa di cura.
Dopo un’ispezione dei carabinieri gli inquirenti hanno ritenuto di dover procedere e, in particolare, hanno scoperto che in molti casi tornava il nome di uno stesso medico. Inevitabile il passo successivo: i consulenti hanno eseguito le prime esumazioni in tre cimiteri, due in provincia di Salerno (Cava de’ Tirreni e Paestum) e uno nell’Avellinese (Caposele). Tra sessanta giorni si avrà una prima relazione dagli anatomopatologi scelti dai pubblici ministeri della procura salernitana Claudia D’Alitto e Elena Cosentino.
Sotto choc familiari e amici dei defunti che, oltre al dolore per la perdita, si trovano ora a fare i conti con il sospetto che non si sia trattato di ineluttabilità del fato (e dunque il loro caro avrebbe potuto salvarsi, magari se non fosse stato operato in quella struttura).
Per ovvi motivi di delicatezza e privacy l’intera vicenda è avvolta dal riserbo, sono tuttavia trapelati degli inquietanti riferimenti alle condizioni igienico-sanitarie della sala operatoria della clinica, che, se confermate, potrebbero essere state all’origine della strage di pazienti. Già in condizioni normali, infatti, il blocco operatorio è un ambiente ad alto rischio infettivo, dove si possono annidare agenti di vario tipo (infettivi, fisici, chimici, ergonomici). Si è trattato di mancato rispetto degli standard di sicurezza? Le altre ipotesi che riecheggiano nei corridoi trasmettono principalmente lo sconcerto generale: imperizia, incidenti, casualità, negligenza medica, e persino l’opera di un “angelo della morte”. La risposta, naturalmente, la daranno i medici legali.
La notizia dell’inchiesta arriva a poche ore da un’altra tragica vicenda avvenuta sempre nel Salernitano: la Procura di Vallo della Lucania ha aperto un fascicolo (e ordinato l’autopsia) per far luce sulla morte di Antonella Casale, 54 anni, sposata e madre di tre figli. La donna è deceduta dopo essere stata visitata e dimessa da tre ospedali, di Eboli, Agropoli e Vallo della Lucania.