La Stampa 19.9.18
Vescovi cinesi scelti dal Papa
Intesa a un passo con Pechino
di Andrea Tornielli
I
prossimi giorni saranno decisivi per l’accordo tra la Santa Sede e il
governo di Pechino. Lo annuncia il Global Times, giornale in lingua
inglese dove trovano ufficiosamente eco le posizioni del Partito
comunista cinese. Dopo anni di trattative, incontri, negoziati
estenuanti, crisi diplomatiche, ordinazioni episcopali illecite, allarmi
motivati e immotivati, e tentativi di boicottare il risultato sia
dall’interno degli apparati cinesi sia dall’interno della Chiesa
cattolica, la situazione dei cattolici di quello che fu il celeste
impero è ad una svolta. Salvo sorprese dell’ultima ora, entro settembre a
Pechino la delegazione vaticana e quella cinese firmeranno un documento
che mette fine alla diatriba sulla nomina dei vescovi.
«Non ci
sono più dispute su questioni di principio - scrive il quotidiano - e
poiché l’incontro precedente si è tenuto in Vaticano, la delegazione
della Santa Sede verrà in Cina per un incontro a fine settembre, e se
l’incontro va bene, l’accordo potrebbe essere firmato».
Al
contrario di quanto si pensa, l’accordo non riguarda le relazioni
diplomatiche tra la Santa Sede e la Repubblica popolare cinese. Riguarda
invece una questione che alla Chiesa sta a cuore molto più delle
questioni diplomatiche, vale a dire la possibilità per tutti i vescovi
della Cina di essere in comunione con il Papa e per milioni di fedeli
cattolici di far parte di un’unica comunità. Non sono ancora noti i
termini precisi dell’accordo ma è probabile che esso rispecchi
situazioni simili, come ad esempio quella del Vietnam. La Santa Sede
accetta che il processo di designazione dei candidati all’episcopato
avvenga dal basso, con il coinvolgimento dell’Associazione patriottica;
il governo cinese accetta che l’ultima parola sulla nomina spetti al
Pontefice. La lettera di nomina «sarà rilasciata dal Papa», ha
dichiarato al Global Times la professoressa Wang Meixiu, esperta di
studi cristiani presso l’Accademia cinese di Scienze sociali.
In
Cina esistono due comunità cattoliche: quella ufficiale e quella non
ufficiale o clandestina. Questa seconda non vive nelle catacombe, ma ha i
suoi vescovi non riconosciuti come tali dal governo. La stragrande
maggioranza dei vescovi cinesi nominati senza il mandato del Papa, negli
anni hanno chiesto e ottenuto il riconoscimento di Roma. Un accordo che
permetta di sanare decenni di incomprensioni è stato auspicato
pubblicamente anche da molti vescovi “clandestiniˮ, pur essendo
fortemente osteggiato soprattutto da ambienti politico-ecclesiali fuori
dalla Cina. Il dialogo con Pechino aveva ricevuto un impulso
significativo con la pubblicazione, nel 2007, della “Lettera ai
cattolici cinesiˮ di Benedetto XVI. Era seguita una fase di gelo. Poi
Francesco e il suo Segretario di Stato Pietro Parolin hanno rimesso in
modo la trattativa.