il manifesto 6.9.18
Yanis Varoufakis, la Grecia e il dilemma del prigioniero
«Adulti
in una stanza», il memoir su sei mesi di lotta contro la Troika. L’ex
ministro greco dell’economia è il cavaliere solitario contro il potere
cieco, sordo e criminale. Il racconto della tragedia di un popolo, una
versione del Macbeth nel paese di Edipo. Oggi al Festivaletteratura di
Mantova per discutere il suo nuovo libro.
di Roberto Ciccarelli
Ci
sono momenti in politica nei quali devi essere dalla parte giusta e
perdere. È questa la regola seguita da Yanis Varoufakis in Adulti nella
stanza. La mia lotta contro l’establishment europeo (La Nave di Teseo,
euro 22), 896 pagine di racconto, scritto con mano epica, sui sei mesi
in carica da ministro greco delle finanze terminati il 13 luglio 2015.
Quel giorno il primo ministro Alexis Tsipras dichiarò la resa e accettò
di firmare il terzo memorandum della Troika, nonostante il 61,5%
raggiunto dal «No» nella consultazione referendaria avvenuta il 5 luglio
precedente. In questa trama, piena di colpi di scena, intrighi ai
massimi livelli, un noir economico-finanziario dal quale il regista
Costantin Costa Gravas ha detto di volere trarre un film, Varoufakis si
presenta come il cavaliere solitario, convinto delle proprie
strabordanti capacità intellettuali, pronto a sfidare il potere cieco,
sordo e criminale che ha condannato il suo paese.
SENTIRSI DALLA
PARTE giusta, tuttavia, non solleva dalla sensazione che la vicenda
raccontata possa essere descritta come il dilemma del prigioniero:
obbedire alla Troika significa sottomettere la popolazione a conseguenze
tremende simili a quelle subìte dal popolo greco; disobbedire significa
trasformare un paese nel Bailoutistan (Bailout: salvataggio
finanziario, quindi «Paese del Bailout»). Questo dilemma conosce un
aggiornamento. Oggi, da un lato c’è chi evoca un nazional-populismo che
predica il ritorno alle piccole patrie; dall’altro lato, un centrismo
neoliberista che ripropone un’Europa senza referenti reali, capace di
trasformare paesi come la Grecia in una «moderna versione della
dickensiana prigione per i debitori, della quale avevano poi buttato via
la chiave». Uno scontro tra due debolezze, entrambe fatali, che
potrebbero peggiorare la miserabile agonia di un continente dopo le
elezioni europee del 2019, contesa alla quale parteciperà anche
Varoufakis con la lista trasnazionale Diem25.
NON SAPPIAMO SE la
soluzione al dilemma prospettata dall’ex ministro greco funziona. Al suo
progetto di essere al tempo stesso dentro l’Europa e contro l’Europa
antidemocratica e illiberale – «l’unica alternativa alla distopia che
sta invadendo l’Europa che si sfalda» – non è stato dato il tempo
necessario. Ma il brillante narratore, a cui non manca l’ironia che si
trova nel Paul Krugman che scrive editoriali sul New York Times, resta
convinto delle sue tesi. Basandosi su un lungo lavoro di ricerca
accademica, Varoufakis affronta la tragedia con la teoria dei giochi in
economia. Guarda l’abisso e dice la verità. È la forza della vittima:
non ha scampo, ma usa virtuosamente la sua disperazione.
CON ALEXIS
TSIPRAS, Varoufakis scrive di essersi accordato nel 2013-4 sulla linea
della «disobbedienza costruttiva» articolata in tre punti: dire «no»
alla continuazione del rinnovo dei finti debiti e dell’austerità che ne
seguiva; fare ragionevoli proposte per ristrutturazione del debito,
riduzione delle tasse e riforme; evitare che la signora Merkel dovesse
dire ai suoi parlamentari la verità su quello che aveva fatto nel 2010:
salvare gli investimenti delle banche tedesche e francesi facendo pagare
il popolo greco, vittima dei suoi stessi governanti.
A DIFFERENZA di
quelli che si oppongono all’euro e che vedono nella crisi l’opportunità
di promuovere l’uscita della Grecia (Grexit), la posizione di
Varoufakis è disobbedire alle direttive delle istituzioni dell’Eurozona.
Andare ufficialmente in bancarotta, non pagare i creditori, è orrendo –
annota l’economista – ma ha un aspetto positivo: il debito si riduce e
hai di nuovo la possibilità di lavorare, metterti in sesto e
riconquistare la fiducia di potenziali investitori. Come si è risanata
la General Motors nel 2009, e come la Germania è tornata nel mondo dei
vivi negli anni Cinquanta grazie a un sostanziale taglio dei debiti. Un
taglio che non è stato concesso, imponendo alla Grecia una tragedia che
Varoufakis descrive come «una versione di Macbeth nel paese di Edipo».
NEL
RUOLO di Lady Macbeth c’è Christine Lagarde, direttrice del Fondo
Monetario Internazionale, tra l’altro favorevole al taglio del debito.
«Quello che è fatto non può essere disfatto» avrebbe detto se fosse
stata la protagonista della tragedia di Shakespeare. La Troika, Francia e
Germania avevano investito troppo nel fallimentare programma per la
Grecia per tornare indietro. Il libro di Varoufakis è dedicato alla
tecnocrate francese a cui si deve anche il titolo Adulti in una stanza,
espressione usata nel corso di una riunione. Ce ne sarebbero voluti
molti per risolvere il dramma, ma in quella stanza non ci sono mai
stati.
QUANDO ERA IN CARICA da ministro Varoufakis intendeva avviare
un sistema parallelo dei pagamenti per assicurare una minima liquidità
allo Stato e, nel frattempo, continuare a trattare. Se la Bce di Mario
Draghi avesse chiuso le banche greche – cosa effettivamente avvenuta con
conseguenze devastanti su un governo democraticamente eletto –
Varoufakis avrebbe voluto rispondere svalutando unilateralmente i titoli
cosiddetti «Smp» [Securities Market Programme] del debito. Nelle sue
intenzioni ciò avrebbe dovuto boicottare il progetto di Draghi di
comprare titoli del debito italiano, francese, spagnolo, irlandese e
portoghese per salvare l’Eurozona. Tsipras non lo ha seguito e
Varoufakis è stato costretto a dimettersi.
SE IL NEMICO mette sul
tavolo una pistola, e tu sei disarmato, l’intelligenza non basta contro
la violenza. Per sfidare dall’interno il sistema devi avere una politica
capace di affrontare una guerra, non solo un progetto razionale.
Varoufakis non aveva le truppe. Del resto nessuno oggi in Europa
possiede una simile forza, nemmeno per imporre un europeismo politico e
radicale. È difficile essere dentro e contro il sistema, questa l’amara
conclusione del libro. Si resta outsider, e liberi, ma da fuori non è
possibile cambiare il sistema. Dentro è peggio. È il limite
dell’eroe-Varoufakis: la sua politica è individuale, forte solo della
reputazione. La politica, tuttavia, è fatta anche di masse, egemonia,
contraddizioni. Oggi, come ieri, è difficile andare in guerra da soli.
IL
LIBRO, pubblicato in inglese nel 2017, non parla della fine del terzo
memorandum avvenuto l’agosto scorso. Varoufakis non ha cambiato idea. In
un recente articolo sul Guardian ha scritto che la Grecia è entrata «in
un nuovo ciclo di austerità che durerà altri 42 anni di più profonda
schiavitù per debiti (2018-2060)». «I creditori (…) hanno spinto il
nostro popolo fuori da una scogliera e hanno celebrato il loro rimbalzo
sulla dura roccia di una grande depressione come prova di “recupero”.
Per citare Tacito, hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato pace».
QUESTA
È ANCHE la storia di una reazione possente iniziata a piazza Syntagma
nel 2011. Il racconto di Varoufakis si fa potente quando evoca lo
spirito di un movimento che ha scosso profondamente la società greca, e
quella europea, portando al governo Tsipras. Ed è la storia della
disillusione che ha spezzato la voce di milioni di greci ed europei che
hanno salutato con entusiasmo il «No» al referendum. Non si finirà mai
di discutere se le decisioni di Tsipras siano state un tradimento della
volontà popolare espressa dal referendum o se l’avere accettato il
ricatto abbia permesso di evitare guai addirittura peggiori. In ogni
caso il dilemma del prigioniero contiene una verità: l’austerità non è
una politica economica, ma un moralismo disonesto che legittima il
trasferimento di ricchezza a favore di chi ha, a spese di chi non ha.
*
Oggi al Festivaletteratura
Autore
del Minotauro globale (Asterios), libro sulle cause della crisi
finanziaria, oggi Yanis Varoufakis è al Festivaletteratura di Mantova.
Al palazzo Ducale in piazza Castello alle 15 interverrà con Tonia
Mastrobuoni su «Europa, sovranità, democrazia». Adulti nella stanza è
pubblicato da la Nave di Teseo.