Il Fatto 16.9.18
Da Gratteri a Karl Marx, a Lecce alla Festa Cgil Landini punta al vertice
Tre giorni di incontri - In Puglia il raduno animato dalla successione alla Camusso. Di Maio dà forfait
di Salvatore Cannavò
Benvenuti
al Sud. A Lecce, dove potrebbe resistere in futuro l’unica festa della
sinistra, quella della Cgil. Domenica si chiude la quinta edizione, con
il doppio della partecipazione, sintomo di un “bisogno di trovare uno
spazio in cui discutere” spiegano gli organizzatori.
Il programma è
vasto e, se non avesse dato forfait all’ultimo momento, l’elenco dei
dibattiti avrebbe visto anche il leader del Movimento 5 Stelle, invitato
naturalmente come ministro del Lavoro.
Di Maio, chiamato a
discutere con Maurizio Landini e il presidente di Confindustria,
Vincenzo Boccia, non è potuto venire e la numerosa platea, che si era
sistemata nel bel cortile di palazzo Celestini, sede della Prefettura,
già un’ora prima dell’inizio del dibattito, ha accolto la notizia con
dei fischi di delusione, segno di un’attesa “che il capo dei 5Stelle ha
forse sottovalutato”, dicono in Cgil.
La partecipazione in
politica è tutto, soprattutto se fatta a sinistra, e la Cgil in questa
festa si sente viva. La giovane segretaria della Camera del Lavoro,
Valentina Fragassi, è molto colpita dalla presenza alle lectio
magistralis del mattino, una sorta di “scuola quadri” con intellettuali
come Luciano Canfora che parla dello “stato di salute della democrazia”,
Gian Luigi Gessa sulle tossicodipendenze, Marco Revelli, Carlo Galli o
la professoressa Donatella Di Cesare sul sovranismo.
Temi “alti”,
ma tanta gente accorre anche a sentire il capo della polizia, Franco
Gabrielli e il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola
Gratteri, discutere di giustizia e sicurezza. Gratteri, molto
applaudito, fa il suo intervento “scostumato”, insistendo
sull’importanza del senso dello Stato che “io vedo anche nello spegnere
la lampadina dell’ufficio”. Da Gratteri si passa a Karl Marx, che occupa
la serata del venerdì prima in “Bibliomarx”, mostra virtuale degli
scritti pubblicati in italiano, e poi con la proiezione di tre
cortometraggi, un documentario fino al film Il giovane Karl Marx. Dalla
sicurezza dei magistrati a quella delle proprie radici.
Oggi si
chiude con un’intervista in piazza alla segretaria generale Susanna
Camusso. A dicembre il suo mandato scade e lei si è candidata alla
presidenza dell’Ituc, la Confederazione internazionale dei sindacati,
contendendo la carica all’australiana Burrow appoggiata da inglesi e
americani. Camusso ha dalla sua i sindacati dell’Europa continentale più
il Giappone e se la giocherà al congresso di dicembre, a Copenaghen.
Lascerà la Cgil italiana che si appresta a svolgere il suo congresso e a
scegliere il successore.
E a Lecce, nel corpo centrale
dell’organizzazione, il dibattito scorre sotto traccia. A pochi mesi
dallo svolgimento dell’assise ufficiale e a pochi giorni dall’apertura
dei congressi locali, il segretario uscente non ha avanzato la proposta
di una nuova leadership. Camusso all’inizio pensava a un cambio
generazionale con l’idea di candidare l’attuale leader della Funzione
pubblica, Serena Sorrentino, quarantenne, in continuità con l’attuale
leader. Ma il progetto è saltato per una rottura nella maggioranza
dovuta all’autocandidatura di una figura pesante all’interno della Cgil,
Vincenzo Colla, già segretario dell’Emilia Romagna, rapporti solidi con
i pensionati dello Spi, cioè metà degli iscritti, fautore di una linea
di unità sindacale e soprattutto di ricostruzione di un qualche rapporto
con il Pd. Sorrentino si è tirata fuori bollando come fake news le
notizie relative alla sua candidatura.
In questa difficoltà si è
inserito allora Maurizio Landini, che dopo i rapporti burrascosi avuti
con Camusso da segretario della Fiom, è passato alla segreteria della
Confederazione ricostruendo l’unità interna. A sentire i rumors di
Lecce, le sue quotazioni sono in netto rialzo, mentre la candidatura
Sorrentino potrebbe non esserci mai stata anche se non c’è una
discussione aperta, men che meno una votazione diretta degli iscritti. A
scegliere il segretario sarà l’Assemblea nazionale che sarà formata
dopo il congresso di gennaio. L’attesa, a questo punto, è per
l’indicazione che darà Camusso.
In ballo c’è il futuro e
l’identità del sindacato. Chi sostiene Landini sottolinea che se si
vuole recuperare un rapporto con la società, avere una presenza anche
mediatica e rapporti con le varie forze politiche, quella dell’ex
segretario Fiom è una grande opportunità. Colla, invece, è il sindacato
tradizionale, nel dibattito che lo vede protagonista insieme alla pd
Teresa Bellanova si dichiara d’accordo col ministro Tria, sostiene il
Tap e chiede una politica industriale vera. Lo scontro sta per entrare
nel vivo e se fosse un dibattito aperto e pubblico darebbe forse una
scossa all’intera sinistra.