Corriere 13.9.18
Torino Si è dimesso dalla guida del Circolo dei Lettori. Il direttore Nicola Lagioia: spiace, ma si va avanti
Nuova emergenza al Salone del libro Massimo Bray lascia la presidenza
di Cristina Taglietti
Un’emergenza
che sembra non finire mai quella del Salone del libro di Torino, che
ora rimane senza presidente. Massimo Bray, nominato ufficialmente meno
di un mese fa, ha annunciato di non accettare l’incarico al vertice del
Circolo dei lettori per «ragioni strettamente personali»: lo hanno
comunicato il governatore Sergio Chiamparino e la sindaca Chiara
Appendino, assicurando di impegnarsi «a garantire una soluzione adeguata
alla sfida che il Salone del libro deve affrontare, senza interruzioni
di sorta e senza pregiudicare in alcun modo l’attività che il Circolo
sta già svolgendo per preparare la nuova edizione». Il fatto che
l’impegno di presidente di un’istituzione che organizza non soltanto il
Salone, ma anche molte altre attività sul territorio piemontese, fosse
molto oneroso per Bray, che vive a Roma ed è direttore generale della
Treccani, era in qualche modo noto.
La decisione ha lasciato
incredulo anche il direttore del Salone, Nicola Lagioia, informato
soltanto ieri della nuova, imprevista svolta. Lui e la sua squadra di
consulenti sono ancora senza contratto ma, dice, «questo non significa
che non siamo operativi. Già da tempo stiamo parlando con autori ed
editori ma, certo, non avere un contratto e un incarico ufficiale ci
impedisce alcuni passi, anche burocratici». D’altro canto non si può
nemmeno dire che si stia lavorando al Salone Internazionale del libro,
dal momento che il marchio non è nella disponibilità di nessuno ma verrà
messo all’asta, probabilmente a inizio ottobre, dal liquidatore della
fallita Fondazione per il libro, Maurizio Gili.
Insomma, allo
stato attuale, c’è un’istituzione senza presidente dove un direttore
senza contratto sta organizzando un evento fieristico internazionale
senza nome che si terrà a maggio. Un pasticcio. Ci vogliono tutto
l’ottimismo e la forza di volontà di Nicola Lagioia per continuare a
lavorare e a convincersi che questo ennesimo intoppo non rallenti
ulteriormente la realizzazione del Salone 2019. «Mi dispiace molto dal
punto di vista umano per la rinuncia di Massimo Bray — dice il direttore
— ma il Salone va avanti. Per gli editori la garanzia siamo noi e con
noi continuano a parlare. Siamo una squadra vincente, abbiamo iniziato a
lavorare subito dopo la fine del Salone 2018. L’incontro con Jhumpa
Lahiri due giorni fa per Giorni selvaggi, la rassegna del Circolo dei
lettori, per esempio, è nato perché a giugno ero a Milano da Guanda per
parlare del Salone. Certo, è il terzo anno di emergenza e questo è un
po’ seccante».
La decisione di Bray lascia spiazzati anche Comune e
Regione, già impegnati a cercare un sostituto che permetta alla
macchina di partire. L’assessora alla Cultura della Regione, Antonella
Parigi, non nasconde la stanchezza, anche se assicura: «Faremo prima
possibile l’avviso di nomina del nuovo presidente. Ci vuole un consiglio
di amministrazione e ci stiamo lavorando. Non ci saranno ritardi troppo
gravi». Francesca Leon, assessora alla Cultura del Comune che aveva
visto nella nomina di Bray a presidente la garanzia necessaria, non
vuole dire molto se non che bisogna affrontare una scaletta di azioni
molto stringenti. «Di fronte a ragioni personali non si può che
accettare la decisione di Bray che per noi è stato un supporto molto
importante, pronto a metterci la faccia in momenti difficili. È un’altra
emergenza che dobbiamo affrontare, ma ormai siamo abituati. Quello che è
certo è che il Salone si farà».