Corriere 13.9.18
L’altolà di Mattarella: i politici non sono al di sopra della legge
di Marzio Breda
La
replica è arrivata. In punto di diritto. Con parole sue e di Oscar
Luigi Scalfaro, presidente della Repubblica in una stagione difficile.
«Nessuno è al di sopra della legge. Neanche i politici», sillaba Sergio
Mattarella, e in questa sintesi è chiaro il riferimento al ministro
dell’Interno Matteo Salvini, in polemica con le toghe per un doppio
«sequestro»: quello dei fondi della Lega e quello della nave Diciotti.
Attacchi compiuti rivendicando d’essere «eletto dal popolo» mentre
«altri», i magistrati, «non sono eletti da nessuno e non rispondono a
nessuno».
Certo: dopo quella dichiarazione, che ha creato tensioni
con gli alleati 5 Stelle, il leader leghista ha poi corretto il tiro.
Ma il capo dello Stato non voleva lasciar passare un simile schiaffo
senza un ammonimento. Un memorandum che vale per Salvini (non nominato)
come per ogni esponente politico e di cui bisogna considerare che, se
fosse pronunciato davanti al plenum del Csm, sarebbe assai più
dirompente. Meglio allora cogliere l’occasione del centesimo
anniversario della nascita di Scalfaro, ieri a Montecitorio, per entrare
in tema. Con un ricordo di ciò che il suo predecessore disse alla
Costituente: «La magistratura non può e non deve fermarsi mai nella sua
opera di giustizia nei confronti di chicchessia; ma non si deve neppure
dare l’impressione che in quest’opera vi possa essere la contaminazione
di una ragion politica».
Per scongiurare tale rischio Scalfaro si
oppose, con Calamandrei e Leone, a chi proponeva giudici eletti dal
popolo o sottoposti al controllo del ministro della Giustizia. E la sua
obiezione era questa: «Non potrà mai esservi giustizia di destra, centro
o sinistra. Guai a porre a fianco del sostantivo giustizia un qualunque
aggettivo». In definitiva, e stavolta quella di Mattarella non è una
citazione storica, «poiché nel nostro ordinamento non esistono giudici
elettivi», va sempre tenuto conto che «i nostri magistrati traggono
legittimazione e autorevolezza dal ruolo che loro affida la
Costituzione. Non sono, quindi, chiamati a seguire gli orientamenti
elettorali, ma devono applicare la legge e le sue regole». Regole che
«valgono per tutti, senza aree di privilegio per nessuno, neppure se
investito di pubbliche funzioni, neppure per gli esponenti politici.
Perché nessun cittadino è al di sopra della legge».
Acuminata la
controreplica di Salvini. «Il presidente ha ricordato che nessuno è al
di sopra della legge: ha ragione. Per questo io, rispettando la legge,
la Costituzione e l’impegno preso con gli italiani, ho chiuso e chiuderò
i porti a scafisti e trafficanti di esseri umani... Indagatemi e
processatemi, io vado avanti».