Andrea Filippi, segretario della Fp Cgil medici
il manifesto 28.9.18
Sanità senza soldi e medici senza contratto: in piazza a ottobre
Tagli
al Welfare. Personale tagliato di 20mila unità, il rinnovo manca dal
2010. La ministra Grillo prova a reagire: chiederò un miliardo in più.
La Fp Cgil: c’era già
di Massimo Franchi
È il
capitolo più dimenticato della manovra. Di sanità non parla nessuno. E
solo dopo l’annuncio dello sciopero dei medici – senza contratto da
quasi 9 anni – il ministro Grillo ha deciso di pronunciarla con una
promessa che dovrà trovare conferma.
Al mattino infatti è arrivato
l’annuncio dei sindacati: una o più giornate di sciopero,
manifestazione e sit-in sotto parlamento e sedi delle regioni. «La
situazione è preoccupante e ci ha portato a interrompere le trattative
al tavolo per il rinnovo del contratto. Proclamiamo lo stato di
agitazione, verranno individuate giornate di sciopero, che potrebbero
essere più di una, a ottobre», annuncia il segretario dell’Anaao Assomed
Carlo Palermo.
Risorse, contratto e assunzioni, sono tre le
richieste che arrivano dai medici. «Per garantire l’indennità di
esclusività servono 60 milioni di euro, mentre per garantire il rinnovo
del contratto dei medici, fermo dal 2010, servono 500 milioni di euro,
che erano già stati previsti e inseriti nella manovra dello scorso
anno», spiega Andrea Filippi, segretario della Fp Cgil medici. «Ad oggi
non ci sono risorse per garantire un aumento del 3,48% dello stipendio
dei medici dirigenti, come per tutti gli altri dipendenti pubblici» che
hanno rinnovato in quest’ultimo anno. Per questo motivo era stato
proclamato uno sciopero alcuni mesi fa, poi revocato. «Nel frattempo –
prosegue Filippi – abbiamo portato avanti responsabilmente un tavolo
tecnico con l’Aran, avendo la convinzione che si sarebbero trovate anche
per noi risorse per garantire il 3,48% ma ad oggi non ci sono. Le
regioni dichiarano di non averle accantonate».
Proprio le regioni
vengono accusate di creano «un conflitto tra utenza e chi deve garantire
il servizio che è ormai una vecchia storia»: in pratica accusano i
medici «se danno soldi a noi, loro non possono garantire i Lea (i
Livelli essenziali di assistenza, ndr). È una politica scandalosa»,
attacca Filippi.
Col blocco del turn over del 2004 e con la norma –
mai modificata – che impone un taglio dell’1,4 per cento alla spesa
ogni anno, i medici del Ssn sono calati di almeno 20mila unità passando
da 160 a 140mila medici e dirigenti sanitari (psicologi, biologi,
ecc..). Senza considerare il boom del precariato.
Al pomeriggio
arriva la risposta-promessa del ministro Giulia Grillo. «Mi sto battendo
per avere più risorse possibili per la sanità pubblica». «Per l’anno
2019, il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario standard a
cui concorre lo Stato sarà incrementato di un miliardo rispetto alle
disponibilità del 2018».
Ma il rischio è quello di una «promessa
finta, di un gioco delle tre carte», accusano i sindacati. «Il governo
Gentiloni aveva già stanziato un miliardo in più sul 2018. Se la
ministra Grillo, finora molto disponibile nei nostri confronti, si
riferisce ad un miliardo in più rispetto al 2017 significa che non ci
sarà nessun aumento e che i soldi per il rinnovo del nostro contratto
continueranno a mancare», chiude Filippi.