Repubblica 7.8.18
L’iniziativa
L'appello di Cacciari
La parola ai lettori
L’appello di Massimo Cacciari e di altri intellettuali e scrittori per
mettere in campo un fronte che, in vista delle elezioni europee del
2019, contrasti le istanze sovraniste, è stato pubblicato su la Repubblica venerdì 3 agosto.
L’appello, commentato e rilanciato da numerose personalità della
politica e della cultura, ha stimolato le reazioni di molti nostri
lettori, lettere che da oggi pubblicheremo in questo spazio.
Aderisco volentieri all’appello di Cacciari, augurandomi possa essere
prologo alla costituzione di un gruppo di lavoro indipendente con almeno
alcuni dei volenterosi che lo hanno firmato.
Abbiamo bisogno di esiti operativi. Non c’è più tempo. Occorre riuscire
a proporre al campo della sinistra — anche di quella europea — idee e
opzioni politiche, economiche, morali, non solo congiunturali ma
strategiche. Sulla congiuntura, infatti, la sinistra, illudendosi di
governare, si è spesso illusa: con gli esiti nei quali stiamo
annaspando. A 70 anni dalla Costituzione, a 50 dal ‘ 68 è tempo di
impegnarsi: nuovamente. Per un rinascimento, italiano ed europeo, capace
di modelli coraggiosi e innovativi.
— Marco Maria Gazzano
Ottima l’idea che il nostro quotidiano Repubblica possa costituire il
tavolo attorno al quale si raccolgono i lettori e le varie personalità
della società civile, della cultura, della politica. Ma siamo sicuri che
una volta trovata l’idea di " Paese ideale" che noi vorremmo, ci sarà
poi qualcuno che possa portarla avanti, considerata la litigiosità delle
mille anime della cosiddetta sinistra italiana? Io ho molti dubbi.
E sono disperata perché ho tre nipoti che stanno crescendo in questo disastrato e bel Paese.
— Mariangela
L’appello del professor Massimo Cacciari mi apre il cuore alla speranza
che qualcuno si muova per far sì che si possa uscire da questa orribile
situazione che si è venuta a creare in Italia con l’attuale governo,
soprattutto con l’azione e il deplorevole linguaggio di Salvini. Io,
ottantenne, provengo dalle file del Pri ed ho sempre rispettato tutti i
governi che ho visto succedersi anche quando erano lontani dalle mie
idee ( ed è successo molte volte) proprio perché espressione della
volontà dei cittadini. Questa volta però è diverso. Quindi muoviamoci e
chi può provveda ad organizzare un movimento di cittadini a cui
interessi un’Italia democratica e un’Europa unita e forte.
Sicuramente molti sono pronti. Coraggio.
— Adriana Giunchi
Condivido tutti gli appelli ( di Cacciari, di Saviano, degli altri)
nonché la lettera di Andò di domenica, ma con una precisazione: per
evitare che si trasformi in inconcludenza e velleitarismo ( vedi
girotondi, movimenti viola ed altri nati e morti in poco tempo) non si
può che basarsi su quello che mi risulta essere il partito di
centrosinistra più radicato nel territorio e tuttora più strutturato, il
Partito democratico. Perché non provare, invece di tentare di far
nascere nuovi soggetti dal 3 per cento di voti, a partecipare alla vita
di partito? Credo che il Pd abbia bisogno di smetterla di fare
autocritica ( ne viene fatta anche troppo nelle sezioni) e di invitare
tutti i simpatizzanti a leggersi statuto e programmi per capire di quali
valori è capace. E poi dotarsi di un gruppo di comunicatori validi, che
ne rilancino l’immagine. Io ho settant’anni e raramente ho scelto nel
voto chi mi persuadeva al cento per cento. Quasi sempre ho scelto chi mi
pareva il meno peggio. Oggi mi pare che, se si vuole portare avanti
valori di libertà, uguaglianza e solidarietà, non si può prescindere dal
Pd. Soprattutto se si vuole avere una chance di portare questi valori
al governo.
— Maurizio Amadei
https://spogli.blogspot.com/2018/08/repubblica-7.html