Repubblica 25.6.18
Ungheria
Orbán ora prende di mira il musical “Billy Elliott”
di Andrea Tarquini
Berlino,
Germania. L’energia creativa del premier ungherese Viktor Orbán è
inesauribile, ancor piú dopo il trionfo elettorale dell’8 aprile scorso.
Adesso a Budapest sono di mira anche musical tratti da grandi film. Un
giornale vicino al capo dell’esecutivo, con una dura campagna contro
presunti pericoli di propaganda per l’omosessualità, ha imposto la
cancellazione di rappresentazioni del musical “Billy Elliot”. Derivato
ovviamente dal celebre film britannico in cui un ragazzo, figlio di
minatori moralmente conservatori, convince con sforzi e tenacia il padre
e i suoi amici che il suo desiderio di studiare danza è normale, e alla
fine persuade persino il gruppo di amici di papà a provare danza
classica in tutù in straordinarie scene del film e del musical.
Quando
uscì come film, “Billy Elliott” – diretto da Stephan Daldry con il
libretto di Lee Hall, e col giovanissimo Jamie Bell come eccezionale
interprete dell’undicenne ragazzo figlio di corpulenti, maschilisti
operai appassionato di danza – fece scalpore. Vinse il British film
award, mietè successi in tutto il mondo, commosse il pubblico.
Ma
nell’Ungheria di Orbán, dove nella nuova Costituzione si impone la
difesa stretta della più rigorosa morale cristiana, è giudicato
eccessivo, pericoloso per la tenuta etica delle famiglie magiare doc. E
allora non importa che a Budapest il musical sia già andato in scena
decine di volte, applaudito da centomila e oltre spettatori entusiasti.
Ogni pericolo alla Weltanschauung sovranista – e ora omofoba come quella
del grande amico Putin in Russia – si combatte con ogni mezzo, con la
stessa tolleranza zero usata contro i migranti, le Ong che li aiutano e i
pochi media critici.
È stato il quotidiano Magyar Idók (tempi
ungheresi), vicinissimo al regime, a scatenarsi con una raffica di
articoli contro la decisione della Magyar Nemzéti Opéra, la gloriosa
Opera nazionale (il cui ambiente e il cui edificio ispirarono “Il
Fantasma dell’Opera” tanto tempo fa) per la continuazione delle
rappresentazioni di “Billy Elliott” in versione musica. Secondo gli
articoli, ispirati dalla Fidesz – il partito del premier, membro dei
Popolari europei – quel musical come quel film hanno avvertito ogni
genitore che la visione esponeva i loro figli al “rischio” di diventare
omosessuali o “promuoveva uno stile di vita deviante”. Le
rappresentazioni del musical erano andate in scena 90 volte a Budapest
con grande successo di pubblico, adesso anche questo capitolo di libertà
tramonta sul Danubio. E come sempre, l’Ue tace. A quando il rogo dei
libri di Marcel Proust, Truman Capote o Oscar Wilde? E quali altri
sovranisti europei al potere seguiranno l’esempio magiaro di politica
culturale istericamente omofoba?