giovedì 21 giugno 2018

Repubblica 21.6.18
Legittima difesa
Licenza di sparare ai ladri La Lega apre un nuovo fronte
Molteni: “Norma depositata. È la priorità”. Il Pd: “Così si inverte l’onere della prova”
di Silvio Buzzanca


Roma. Matteo Salvini ci prova anche sulla legittima difesa. « Cancellare l’eccesso di legittima difesa » , fa sapere dal salotto di Bruno Vespa.
Sigillo del leader della Lega sull’annuncio del sottosegretario all’Interno Nicola Molteni consegnato all’Huffington post: «Modificare quella legge non è una priorità, ma la nostra priorità. Ho già depositato una proposta di legge di cui sono primo firmatario».
Il testo, che ricalca quello della scorsa legislatura, concede il diritto di sparare a chiunque entri in casa, in negozio, in ufficio purché il proprietario abbia un porto d’armi e un’arma regolarmente denunciata. La nuova legge punta infatti a far cadere uno dei cardini delle norme attuali: oggi è legittima difesa solo se si reagisce in modo proporzionale alla minaccia. Sparare alle spalle di un ladro in fuga, disarmato, non può essere considerato un caso di legittima difesa. Secondo la proposta leghista, invece, il rapporto fra minaccia e difesa verrebbe meno e ci sarebbe sempre una « presunzione di legittima difesa».
La proposta di legge prevede anche una buona dose di carcere in più per chi commette un furto o un’intrusione, un aumento delle pene pecuniarie e un regime più sfavorevole al reo nel calcolo delle aggravanti e delle esimenti. La proposta leghista è un rovesciamento della legge approvata dalla maggioranza nella scorsa legislatura: quella che preveda una legittima difesa più “elastica” solo se il ladro entrava in casa nelle ore notturne. Un testo che non piaceva neanche a Matteo Renzi che non esitò a criticarlo e chiederne la modifica nel passaggio al Senato.
Contro quel testo la Lega condusse una guerra parlamentare: negli occhi dei presenti c’è ancora la scena finale del grande striscione che i leghisti esposero alla Camera al momento del sì. I grillini si accodarono. Ma con qualche malumore. Tanto che oggi Pippo Civati, di Possibile, ha buon gioco a far notare che nel 2015 Di Maio e Di Battista chiedevano restrizioni sull’uso delle armi.
Comunque Molteni ricorda che la legge è prevista nel contratto e vede la strada in discesa: « Con il ministro Bonafede c’è sempre stata grande intesa, per cinque anni anni abbiamo lavorato fianco a fianco in commissione ».
Ma Davide Ermini, deputato del Pd, relatore sulla legge della scorsa legislatura, avverte: «Quelli che si aspettano di poter sparare a chiunque resteranno delusi. I leghisti vogliono invertire l’onere della prova, ma non riusciranno a impedire che un magistrato si occupi comunque della vicenda».