La Stampa 22.6.18
“Una conclusione forzata, no ai divieti
La quantità di sostanza attiva è bassa”
pa. ru.
Il
parere del Consiglio superiore di Sanità che chiede di vietare la
vendita della cannabis light? «Una conclusione un po’ forte visto che si
tratta di un principio di precauzione e comunque di una quantità di
sostanza attiva molto bassa». Il neo ministro della Salute, la
pentastellata Giulia Grillo, getta acqua sul fuoco acceso «da un organo
comunque consultivo, dato che poi le decisioni le prende il Governo». E
tra queste al momento «non c’è la chiusura dei canapa shop, casomai una
loro regolamentazione», assicura. Tranquillizzando anche i consumatori
di «fumo» light: non ci sono dati allarmanti.
Senza mostrare prove di nocività il Css raccomanda di vietare la vendita di cannabis light. Non è un po’ forte come richiesta?
«Rileggendo
bene le carte del parere risulta che sui numerosi campioni testati nei
laboratori solo in sei casi sono risultati valori in combinazione di Thc
compresi tra lo 0,2 e lo 0,6%, che sono comunque limiti consentiti
dalla legge. Per il resto il parere è tutto un se e un “bisogna
valutare”. Diciamo che sono stati molto più cauti di quanto alcuni
titoli sulle testate on line non abbiano fatto pensare. Sinceramente la
conclusione di chiedere il divieto di vendita sarà tutta da valutare
alla luce di reali prove di nocività. Agli italiani che ieri hanno letto
un po’ di notizie allarmistiche dico comunque di stare tranquilli».
Quindi niente divieti di vendita in vista?
«Non
c’è alcuna emergenza che lo giustifichi. Questa del resto è
un’istruttoria iniziata nel 2017 e il 17 aprile è stato chiesto un
parere all’Avvocatura dello Stato, che a sua volta deve ascoltare i
numerosi ministeri competenti in materia e la Presidenza del consiglio. E
anch’io vorrò sentire la valutazione scientifica dell’Istituto
superiore di sanità. Comunque quello del Css è il parere di un organo
consultivo, poi le decisioni le prende il governo e il divieto non è in
discussione. Casomai sarà necessaria una regolamentazione del settore.
Lo dico anche ai tanti cittadini che mi hanno inviato mail allarmate e
che dopo aver investito in un’attività dichiarata legale da una legge
del 2016 non possono ora pagare il prezzo per una mancata
regolamentazione».
Regolamentazione che potrebbe essere favorita anche dall’ingresso dei monopoli di Stato in questo mercato?
«Potrà
essere una questione all’ordine del giorno, della quale però dovranno
occuparsi soprattutto i ministeri dell’Economia e dello Sviluppo
economico».
Intanto però mancano regole anche elementari, come quella del divieto di vendita di cannabis light ai minori…
«Questo
sarà sicuramente un punto da regolamentare, come è stato fatto per
alcol e fumo di sigarette. Qualche regola in più ci sarà, ma prima
dobbiamo fare chiarezza su un problema che ha diverse sfaccettature».
C’è anche quello di chi in questi negozietti vende marijuana che light non è…
«I
controlli sono fondamentali se non si vogliono poi generare
atteggiamenti di censura e chiusura. Penso di potenziare il corpo
specializzato dei Nas per creare una task force dedicata al controllo
dei punti vendita».
E sull’uso ricreativo della cannabis, quella vera, cosa ne pensa?
«Non è nel contratto di Governo. Sarà oggetto di dibattito parlamentare».
Mentre si discute di uso ludico manca la cannabis a uso terapeutico. In molte regioni continua a essere introvabile…
«Questa
è una delle tante pratiche aperte che ho ereditato e che per me
rappresenta sicuramente una priorità. Al più presto cercherò di capire
quale può essere la reale capacità produttiva dell’Istituto militare di
Firenze, per rimuovere in caso di difficoltà gli ostacoli che ancora
oggi si frappongono all’importazione di sostanze che sono un diritto per
molti pazienti».