il manifesto 7.6.18
Sanità privata in crescita e pubblico sempre più fragile
Rapporto
Censis. Quaranta miliardi di spesa annuale, i più colpiti sono i
redditi bassi. Per gli operai va via un’intera tredicesima: 1100 euro di
cure familiari. Cittadini arrabbiati per le lunghe lista di attesa e le
raccomandazioni
di Mirco Viola
Dai farmaci alle
ecografie, dagli occhiali da vista alle sedute dal dentista, fino alla
visita dallo specialista: quest’anno, per curarsi, gli italiani
spenderanno complessivamente 40 miliardi di euro di tasca propria. Una
voce, quella relativa alla sanità privata, in crescita rispetto ai 37,3
miliardi dell’anno scorso. I dati emergono dal rapporto Censis-Rbm
Assicurazione Salute, presentato ieri a Roma in occasione del Welfare
Day: il sistema sanitario nazionale, il grado di soddisfazione e
insoddisfazione, le aspettative, spiega il Censis, hanno pesato
parecchio sulle ultime elezioni politiche, tanto che l’81% dei cittadini
ha dichiarato che si tratta di una questione decisiva nella scelta del
partito per cui votare.
IL TREND DI AUMENTO È costante negli
ultimi anni: la spesa sanitaria privata è aumentata di ben il 9,6% nel
periodo 2013-2017, praticamente il doppio rispetto a quella dei consumi
(5,3%). L’aumento colpisce soprattutto le fasce più deboli della
popolazione: tra il 2014 e il 2016 i consumi delle famiglie operaie sono
rimasti quasi fermi (+0,1%), ma le loro spese sanitarie sono aumentate
del 6,4%; nell’ultimo anno, l’aumento è stato di 86 euro in più a
famiglia. Per gli imprenditori, al contrario, c’è stato invece un forte
incremento dei consumi (+6%) e una crescita inferiore della spesa
sanitaria privata (+4,5%: in media 80 euro in più nell’ultimo anno).
Nell’ultimo
anno 7 milioni di persone si sono dovute indebitare per pagare le cure,
e 2,8 milioni per far fronte alle spese sono state costrette a
svincolare i propri investimenti o addirittura a utilizzare il ricavato
della vendita di una casa.
Per gli operai l’intera tredicesima se
ne va per pagare cure sanitarie familiari: quasi 1.100 euro all’anno,
calcola il rapporto. Per 7 famiglie a basso reddito su 10 la spesa
privata per la salute incide pesantemente sulle risorse familiari.
IL
FENOMENO DELLA SPESA sanitaria out of pocket, ovvero pagata di tasca
propria dai cittadini, ha riguardato oltre 44 milioni di persone, più di
2 italiani su 3, con un esborso medio di circa 655 euro ciascuno. In
particolare 7 cittadini su 10 hanno acquistato farmaci di tasca propria,
per una spesa di 17 miliardi; 6 cittadini su 10 visite specialistiche
(per circa 7,5 miliardi); 4 cittadini su 10 prestazioni odontoiatriche
(oltre 8 miliardi). E ancora, oltre 5 cittadini su 10 prestazioni
diagnostiche e analisi (3,8 miliardi); oltre 1,5 cittadini su 10
occhiali e lenti (2 miliardi).
In questo contesto monta il rancore
verso il servizio sanitario, anche perché le ingiustizie sono evidenti:
secondo il rapporto, 12 milioni di italiani hanno saltato le lunghe
liste d’attesa nel pubblico grazie a conoscenze e raccomandazioni. Se a
questo fenomeno sommiamo i casi di malasanità, si capisce come mai a
provare sentimenti di rabbia sia il 38% degli italiani, quasi 4 su 10.
A
DIRSI ARRABBIATI SONO soprattutto cittadini con redditi bassi (43,3%) e
residenti al Sud (45,5%). Il 54,7% degli italiani – stimando il
campione – è convinto che le opportunità di diagnosi e cura non siano
uguali per tutti. Il 26,8% si dichiara critico perché, oltre alle tasse,
bisogna pagare di tasca propria troppe prestazioni e perché le
strutture non sempre funzionano come dovrebbero.
Infine il
rapporto con gli attuali partiti: per un miglioramento della sanità il
63% degli italiani non si attende nulla dalla politica; secondo il 47% i
politici hanno fatto troppe promesse e lanciato poche idee. La sanità –
spiega il Censis – sarà il cantiere in cui gli italiani metteranno alla
prova il nuovo governo gialloverde. I più rancorosi verso il servizio
sanitario sono proprio gli elettori di M5S (41,1%) e Lega (39,2%), meno
quelli di Forza Italia (32,9%) e Pd (30%). Ma gli elettori M5S e Lega
sono anche i più fiduciosi nel cambiamento.
«LA SPESA SANITARIA
privata – commenta Marco Vecchietti, ad di Rbm Salute – rappresenta la
più grande forma di disuguaglianza, perché pone il cittadino di fronte
alla scelta tra pagare o non curarsi. Se non si interviene continuerà ad
aumentare». «Invertiremo questa tendenza», promette la neoministra
della Salute Giulia Grillo – garantendo in tutta Italia adeguati livelli
di assistenza».