Corriere 25.6.18
«Ho visto i fili nascosti del cosmo»
Fabrizio Nicastro guida la missione che ha trovato la materia mancante
«È gassosa, la cercavamo da 20 anni»
di Giovanni Caprara
La
chiamavano la «massa mancante» dell’universo. Le teorie dicevano che
doveva esistere ma nessuno riusciva a dire dove fosse. «Era uno dei più
grandi misteri dell’astrofisica ma ora l’abbiamo vista» ci racconta da
Boston Fabrizio Nicastro, astronomo dell’Istituto nazionale di
astrofisica (Inaf). Dell’universo noi cogliamo solo il 5 per cento
formato da galassie, stelle e pianeti: è la materia visibile
«barionica», la stessa di cui anche noi siamo formati. Tutto il resto,
materia oscura ed energia oscura, resta ignoto. Però anche della materia
visibile i telescopi riuscivano a mostrarci solo la metà di quanto
esiste. «Con l’arrivo degli osservatori spaziali Chandra della Nasa e
Xmm-Newton dell’Esa siamo riusciti a individuarne le tracce, dimostrando
che la massa mancante esiste».
Fabrizio Nicastro insegue con
tenacia il mistero da vent’anni e ora è alla guida di un gruppo
internazionale di scienziati ognuno specializzato in uno spicchio del
mistero. Ci sono le università americane di Princeton, dell’Ohio, del
Colorado, di Città del Messico e le università e gli istituti dell’Inaf
di Trieste, Bologna e Roma.
«Incominciai vent’anni fa quando ero
all’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, a Boston, analizzando i
dati raccolti con il satellite Chandra ma la scoperta l’abbiamo
ottenuta ora con l’Xmm-Newton grazie ai suoi sensibilissimi
spettrografi».
Nicastro ha studiato i raggi X emessi da un quasar,
una galassia con un nucleo attivo che lancia fiumi di radiazioni, e
distante 5 miliardi di anni luce dalla Terra. Il flusso ha rivelato
degli assorbimenti spiegabili solo dalla presenza di atomi presenti in
mezzo che si sono rivelati di ossigeno. «Gli atomi formano dei fili
sottilissimi, quasi impercettibili, che diventano una ragnatela
caldissima con temperature di milioni di gradi riempiendo lo spazio tra
le galassie». Fatti i conti, la ragnatela aveva proprio la quantità di
massa a lungo cercata, come Nicastro e i colleghi spiegano sulla rivista
Nature.
«Il disegno dell’universo visibile è ora completo — dice
lo scienziato — e questo garantisce solidità alla teoria che aveva
prevista la sua massa ma soprattutto costituisce la base certa per
andare oltre e trovare prove degli altri due grandi misteri della
materia oscura e dell’energia oscura; le due grandi sfide aperte
dell’astrofisica».
L’ultimo tassello è stato raccolto con
un’osservazione continua da record durata 18 giorni dalla quale sono
emersi i due punti della ragnatela, uno probabilmente anche con
idrogeno. Ora si aspetta il lancio del satellite europeo Athena nel 2028
dotato di strumenti ancora più sensibili con i quali si potrà
completare il quadro abbozzato.
Fabrizio Nicastro, 52 anni, dopo
la laurea e il dottorato alla «Sapienza» di Roma è volato negli Stati
all’Harvard- Smithsonian Center for Astrophysics, vicino a Boston.
«Dovevo rimanere per poco tempo e invece mi sono fermato dodici anni. Ma
nel 2006 ho vinto un concorso all’Inaf e sono felice di essere
ritornato anche se mantengo i rapporti con il centro di Boston, un punto
di riferimento internazionale per indagare il cielo a raggi X».