Corriere 10.6.18
Quel surplus di ferocia per la donna dell’eccesso Asia linciata sul web dai nuovi inquisitori
Il pubblico assiste sbigottito a questa moderna caccia alle streghe senza limiti
di Pierluigi Battista
Gli odiatori (anonimi) senza pietà per l’attrice
Dal
loro sottosuolo i linciatori del web vomitano odio contro tutto e
contro tutti, ma ad Asia Argento riservano un odio ancora maggiore, un
trattamento speciale, un surplus di ferocia. Perché? Augurano la morte
dolorosa ai Padri della Patria sotto i ferri del chirurgo, come è
accaduto a Giorgio Napolitano. Ricoprono di insulti e sputacchi
qualunque personaggio pubblico, anche il più mite: uno scienziato che
consiglia l’uso dei vaccini, un cantante che si fa fotografare mentre fa
la spesa, una suora che canta canzoni improntate alla bontà, un
immigrato appena assassinato, una presentatrice tv che si permette di
indossare una gonna corta, chiunque, purché conosciuto e dunque da
colpire senza pietà, coperti dalla vigliaccheria dell’anonimato,
ovviamente. Ma con Asia Argento è tutto di più: più crudele, più
sbracato, più livido. Si è impiccato in un hotel di Parigi l’uomo
celebre che le stava accanto, Anthony Bourdain, lei ne è devastata, ma
nelle latrine dei social network, con una istantaneità corale che lascia
sgomenti, si decide piuttosto di devastare lei, di massacrarla con
accuse assurde, come se lei (complici fotografie lette come se fossero
l’arma del delitto) incarnasse diabolicamente la causa del dolore
insopportabile di Bourdain. Un diavolo, anzi una strega che con il
demonio ha un commercio particolare e per questo va messa al rogo, dopo
adeguata tortura (morale, per il momento). Un trattamento speciale, del
resto, che replica il tiro al bersaglio contro di lei dopo la
deflagrazione del caso Weinstein: tutte le attrici che lo hanno
denunciato non se la sono passata bene, ma nessuna come Asia Argento è
stata massacrata nella sua stessa immagine. Una così, così spudorata,
sfrontata, così eroticamente aggressiva, ora si mette a recitare la
parte della vittima? Giù botte.
Con il linciaggio dopo la morte di
Anthony Bourdain, però, ogni residua soglia è stata oltrepassata, ogni
record di odio è stato stracciato. Forse perché il trattamento speciale
che gli odiatori incarogniti riservano a Asia Argento è anche il frutto
di un’attrazione ambigua e irresistibile per l’oggetto del loro odio. Lo
stesso modo provocatorio, impudente, indisponente di Asia Argento
sembra aizzare questo miscuglio di repulsione e di attrazione. Asia
Argento è la donna pericolosa, spudorata, eccessiva. E il suo eccesso si
riflette nell’eccesso di odio e di ferocia. La novità però non sta
nell’eccesso, nei fiumi di melma che stagnano emettendo vapori di
frustrazione e cupezza. Sta nel fatto che, previa copertura
nell’anonimato, esiste ora uno strumento per rendere quell’odio
pubblico, un palcoscenico dove esibirsi nella rappresentazione del
linciaggio. E il pubblico assiste sbigottito a questo sabba di ostilità,
a questa moderna caccia alle streghe che non conosce limiti e decenza.
Demolire una donna piagata dal dolore della sorte dell’uomo che amava e
che si è tolto la vita è un abisso tale che ci vorrebbe un nuovo
Dostoevskij per averne una descrizione adeguata.
Non sarà l’ultima
volta, e per Asia Argento si apre una strada che porta ulteriori
dolori, e nuove reazioni, e ancora reazioni, in una spirale che non si
interrompe mai. Ad Asia Argento, oggetto di attrazione e repulsione, i
nuovi inquisitori, che come gli inquisitori di una volta manifestano uno
speciale attaccamento per la loro vittima, non perdonano niente,
persino il suo essere stata vittima di una violenza. Il nuovo tribunale
del popolo ha emesso il verdetto: il linciaggio permanente.