Repubblica 23.5.18
Le tensioni in Medio Oriente
Da Israele il primo attacco con gli F35 Messaggio all’Iran: “ Voliamo ovunque”
L’annuncio del capo dell’Aeronautica “Lo squadrone dei nostri caccia ormai è operativo”
di Vincenzo Nigro
Alla
“ conferenza di sicurezza di Herzliya”, davanti a generali e analisti
militari di molti Paesi, ieri il capo dell’aeronautica israeliana ha
fatto un annuncio importante. « Siamo stati il primo Paese ad utilizzare
il caccia F35 in attacchi operativi. Lo squadrone dei nostri F35 ormai è
operativo » , ha detto il generale Amikam Norkin. Che poi ha voluto
esagerare: « Con quegli aerei voliamo in tutto il Medio Oriente » ,
mentre proiettava la fotografia di uno degli F35 in volo su Beirut. Un
messaggio che non è necessario tradurre a tutti i governi dei paesi
probabilmente sorvolati, fra cui quasi certamente c’è l’Iran.
La
notizia è interessante per due ragioni: innanzitutto è il primo utilizzo
operativo in “operazioni cinetiche” dell’F35, un caccia che fino a
pochi anni fa veniva descritto come molto controverso, inseguito dai
mille problemi che aveva incontrato nella fase iniziale dello sviluppo.
L’F35 è un aereo prodotto dalla Lockheed Martin, progettato per essere
se non proprio “ invisibile” perlomeno poco visibile ai radar avversari.
Ma soprattutto è un aereo di quinta generazione, capace non solo di
sfuggire ai radar, di portare un carico bellico importante, ma
soprattutto di essere un super-computer volante, capace di assommare in
una sola macchina le funzioni che per anni sono state svolte da aerei
diversi ( bombardiere, intercettore, aereo da contromisure). L’aereo è
prodotto dagli Stati Uniti e al suo sviluppo hanno partecipato paesi
come Gran Bretagna e Italia. Con il particolare che l’Italia è l’unico
Paese ad aver costruito una fabbrica di assemblaggio in Europa ( a
Novara), che servirà anche per l’assistenza a tutti gli F35 prodotti per
le aeronautiche europee che hanno comprato l’aereo.
Ma torniamo a
Israele e al significato della comunicazione fatta da Norkin. Il
generale fino a 2 anni fa era il capo della divisione strategica dello
Stato maggiore congiunto delle Israel Defense Forces. Nella Kirya, il
complesso che ospita il ministero della Difesa a Tel Aviv, durante i
suoi briefing Norkin proiettava diapositive di ogni tipo su tutte le
minacce che potrebbero venire allo Stato di Israele. Paesi arabi,
demografia, carestie, desertificazione. Fra tutte quella di uno scontro
con la Repubblica islamica dell’Iran sarebbe stata la minaccia più
poderosa. E ancora una volta quindi il messaggio lanciato ieri dai capi
militari israeliani è rivolto all’Iran e a tutta la regione. Confermando
che è in grado di attaccare con gli F35 e confermando di aver operato
in due teatri, la Siria e un secondo non precisato ( Iran), Israele
lascia capire all’Iran che le sue forze aeree sono pronte a colpire le
installazioni della Repubblica islamica.
Due mesi fa i giornali
israeliani avevano lasciato filtrare notizia che uno dei voli di
addestramento degli F35 era proprio sull’Iran: non rilevati dai radar, 2
aerei partiti dal deserto del Negev avevano attraversato il Golfo,
avevano volato sulla Persia ed erano rientrati alla base. La notizia
“operativa”, quasi tecnica, di queste prime operazioni degli F35 è
quindi un chiaro messaggio geopolitico.