Repubblica 13.15.18
Intervista
La studentessa violentata
“Cacciati i due carabinieri piango per questa vittoria”
di Gaetano Adinolfi
FIRENZE
«Sono così felice di sentire queste buone notizie. È una vittoria per
tutte le donne » . È il primo commento a caldo della studentessa
americana di 21 anni che insieme ad un’amica accusa di violenza sessuale
due carabinieri che nella notte tra il 6 e il 7 settembre erano in
servizio a Firenze. La notizia è quella della destituzione di Marco
Camuffo e Pietro Costa, i due carabinieri che sono stati di fatto
radiati dall’Arma al termine di un’indagine disciplinare avviata subito
dopo la denuncia. Il ministero della Difesa ha accolto la richiesta
dell’Arma che, senza aspettare un’eventuale condanna, ha deciso di
togliere loro il grado. In pratica di licenziarli. A consentirlo è
l’articolo 1393 del codice dell’ordinamento militare che dal 2016
prevede la destituzione anche solo in presenza di un’accusa, se questa è
particolarmente grave e infamante. Ma prevede anche il reintegro,
qualora l’imputazione dovesse cadere.
»Passeranno anni e nel
frattempo Costa e Camuffo saranno senza lavoro — dice il difensore
Giorgio Carta — I due carabinieri sono stati negligenti e inopportuni ma
non hanno stuprato nessuno » .
L’avvocata Francesca D’Alessandro,
invece, assiste Mary ( nome di fantasia), la ragazza più grande, quella
di 21 anni. « Come tutte le vittime di violenza ha bisogno di essere
creduta » , dice.
Insieme all’amica, Mary non ha mai tentennato e
ha continuato ad accusare i due carabinieri di averle violentate dopo
averle accompagnate a casa da una discoteca vicino al piazzale
Michelangelo, a Firenze. Mentre i militari hanno sempre parlato di un
rapporto consenziente. La procura di Firenze ha chiuso le indagini e
deve decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio.
Mary risponde
dagli Stati Uniti, dove è tornata, quando in Italia è ormai sera. Mostra
la sua gioia con un emoticon, la faccina sorridente e un pollice in
alto. E scrive in inglese: « Crying from this small win » , « Sto
piangendo per questa piccola vittoria » .
A otto mesi da quella notte e dalla sua denuncia, Costa e Camuffo sono stati destituiti.
«Ho sempre creduto che sarebbe stata presa la decisione giusta».
Che cosa ha pensato quando la sua avvocata le ha comunicato la decisione del Comando dell’Arma?
«Che
questa non è solo una vittoria per me, ma per tutte le donne le cui
voci contano, e che hanno il diritto di sentirsi al sicuro non solo in
paesi stranieri ma anche tra i rappresentanti onesti della legge».
Un provvedimento che le fa avere fiducia nella giustizia italiana?
«Sì e mi fa ben sperare anche in vista di un futuro processo».
Ora
i due militari sono senza lavoro, nonostante non ci sia stata ancora
nessuna condanna. Pietro Costa ha riferito al suo avvocato di sentirsi
«devastato».
«Lui si sente devastato? Non so cosa potrei rispondergli.
Davvero non mi dispiace per lui».
Il ricordo di ciò che ha denunciato quella notte è ancora forte?
«Sto cercando di superarlo e di recuperare le mie forze. Sento che Camuffo me ne ha tolte così tante».
In questi mesi ha più sentito la sua amica?
«Siamo amiche molto strette, ci sosteniamo a vicenda specialmente nei giorni più brutti».
Crede che questa vicenda, anche alla luce del movimento #metoo, possa servire a dar voce alle donne che subiscono violenze?
«Ogni
donna che denuncia, incluse me e la mia amica, aiuta le donne a farsi
avanti e a superare le loro orribili esperienze. Non siamo sole».
Secondo lei è stato giusto quindi licenziare i due carabinieri?
«Sì, ma non so dire se tutti i media saranno di questa opinione».
Lo dice perché pensa che siano state scritte o raccontate inesattezze su di voi?
«Ripeto, non so se tutti i media siano dalla nostra parte. Ma io sono molto felice, questo provvedimento è meritato».