Repubblica 1.5.18
La rivoluzioneCosì i matti diventarono cittadini“Aprimmo le porte alle persone”
Il 13 maggio del 1978 era legge la riforma Basaglia chiudevano i manicomi e cambiava la medicina
Basaglia chiude i manicomi e restituisce ai malati la loro storia
di Nico Pitrelli
Il
13 maggio del 1978 veniva approvata la legge n. 180, in tema di
“Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori”. La Legge
Basaglia. Che aprì le porte dei manicomi, restituendo dignità ai malati
che vi erano rinchiusi in condizioni oscene. Da quel momento in avanti
nessuno potè più rinchiudere una persona senza alcuna tutela di legge e
senza comprovata necessità clinica (quel sistema di regole che chiamiamo
Tso). A ispirare la legge fu Franco Basaglia che sparigliò tutte le
carte della psichiatria togliendo dal centro la malattia e sostituendola
col malato, i suoi diritti, i suoi bisogni, la sua ricchezza. Accadde
però che la legge delegò alle regioni la sua attuazione, all’interno del
nascendo Ssn, istituito alla fine dello stesso anno (annus mirabilis!).
Com’è andata a finire lo leggete alle pagine 4-8 e com’è cominciata lo
racconta Beppe Dell’Acqua, a pagina 2. In mezzo, 40 anni di polemiche
tra chi vede la riforma come il geniale prodotto della medicina
italiana, capace di rifondarsi a partire dalla imposizione
epistemologica di un principio ineludibile: la libertà dei cittadini. E
chi, invece, vede i pasticci combinati dalle amministrazioni, i malati
lasciati soli, le famiglie senza reti. Ma nessuna inadempienza sanitaria
può cancellare quel sogno che è diventato all’improvviso realtà e le
parole di Basaglia stesso: l’impossibile può diventare possibile.