Repubblica 28.4.18
L’inchiesta
Unità, Soru indagato per bancarotta
Il patron di Tiscali avrebbe trasferito soldi senza una valida ragione per truccare i bilanci e garantirsi dei crediti
di Giuseppe Scarpa
Roma
Il crack della società che ha pubblicato l’Unità dal 2008 al 2015
arriva in procura. I magistrati romani puntano il dito contro l’allora
maggiore azionista, l’eurodeputato dem Renato Soru accusato di
bancarotta fraudolenta aggravata.
L’ex governatore della Sardegna e
patron di Tiscali avrebbe trasferito azioni di sua proprietà, per un
valore che sfiora i 3 milioni di euro, tra due società che in tempi
diversi hanno controllato il giornale fondato da Antonio Gramsci, la
Nuova iniziativa editoriale ( Nie) e la Nuova società editrice
finanziaria ( Nsef). Operazioni definite dagli stessi magistrati, si
legge nelle carte della procura, « prive di una valida ragione economica
» . Utili solo a creare modifiche ingannevoli dei bilanci. Creando
finti aumenti di capitale e futuri crediti in capo allo stesso Soru.
Questa la tesi degli inquirenti. L’avviso di conclusione indagini è
stato notificato nei giorni scorsi anche ad altre undici persone che in
tempi diversi hanno fatto parte del Cda della Nie spa.
Il capo
d’imputazione è soprattutto un atto d’accusa nei confronti di Soru. Il
pm Stefano Rocco Fava scrive che l’eurodeputato è «l’istigatore, essendo
socio di riferimento della Nie spa, della distrazione e dissipazione
(…) del patrimonio della società». Il magistrato poi passa ad elencare
quelle che considera le operazioni che ne hanno provocato il dissesto:
«Non aver ridotto i costi fissi della Nie spa rappresentati
prevalentemente dalla pubblicazione dell’Unità (…) continuando a
stampare mediamente 65mila copie a fronte della vendita di 18.405
copie».
Ci sono poi tutta una serie di favoritismi, secondo gli
investigatori, che la Nie Spa, società dissestata avviata dal settembre
del 2014 sulla strada del concordato preventivo, ha operato nei
confronti di alcuni creditori. Avrebbe in questo modo pagato debiti solo
ad alcune società penalizzandone altre. Per gli inquirenti non è Soru
l’artefice di questa manovra. Bensì il presidente e uno dei consiglieri
di amministrazione della società che pubblicava l’Unità, Fabrizio Meli e
Edoardo Bene. Tra il dicembre del 2009 e il giugno del 2014 la Nuova
iniziativa editoriale avrebbe trasferito alcuni milioni di euro che
vantava con lo Stato, per via dei finanziamenti sull’editoria, sui conti
correnti di due società nonostante versasse in uno stato di crisi e
malgrado fosse riuscita ad ottenere dal tribunale il via libera ad un
progetto di risanamento spalmato in diversi anni (il concordato
preventivo). Un controsenso e con lo scopo – per il pm - di favorire le
due società a danno degli altri creditori.