il manifesto 7.4.18
Bolzaneto, poliziotti e medici dovranno risarcire lo Stato
G8. La Corte dei conti di Genova condanna 28 persone a risarcire l’Italia per le violenze del 2001
di Eleonora Martini
Che
fu «tortura», perpetrata su donne e uomini inermi e spesso feriti, lo
ha definitivamente stabilito, poco più di cinque mesi fa, la Corte
europea dei diritti dell’uomo che ha riconosciuto a 61 persone recluse
nella caserma di Bolzaneto tra il 20 e il 22 luglio 2001, durante i
giorni del G8 di Genova, il diritto ad essere indennizzate dallo Stato
italiano. Ora la Corte dei conti del capoluogo ligure a sua volta ha
condannato 28 esponenti delle forze dell’ordine e personale medico
sanitario a risarcire lo Stato per i danni materiali (ma non quelli
d’immagine davanti al mondo) causati all’Italia da quella barbarie.
Tra
i poliziotti, i carabinieri, gli agenti e i dirigenti della polizia
penitenziaria, i medici e i sanitari che dovranno restituire ai
cittadini italiani 6 milioni di euro in totale, ci sono anche personaggi
come il dottor Giacomo Toccafondi, coordinatore delle attività
sanitarie del sito penitenziario di Bolzaneto, il generale Oronzo Doria,
ex capo area della Liguria dei poliziotti penitenziari chiamato al
pagamento – in via sussidiaria – di 800 mila euro, e l’ex assessore alla
Legalità del Comune di Roma, Alfonso Sabella, all’epoca dei fatti capo
dell’Ispettorato del Dap, che, sempre in via sussidiaria, dovrà pagare
un conto di circa un milione di euro. Sabella, raggiunto dal manifesto,
non ha voluto commentare la sentenza.
Una condanna che segue di
poco quella inflitta a fine gennaio, dagli stessi giudici contabili
della Liguria, all’ex comandante del VII Reparto Mobile di Bologna, Luca
Cinti: 50 mila euro per i danni di immagine causati alla Polizia per
alcuni arresti eseguiti in Piazza Manin, sempre durante le giornate del
G8 di Genova.
Nella sentenza di ieri la Corte ha accolto solo in
parte la richiesta della procura, formulata durante l’udienza di un anno
fa, che chiedeva un risarcimento di 7 milioni di euro per i danni
patrimoniali recati alle 252 persone che transitarono in quei giorni
nelle celle di Bolzaneto, e altri 5 milioni per il danno di immagine
all’Italia. A conti fatti, il danno reale è stato poi quantificato in
“soli” 6 milioni, che graveranno soprattutto sui vertici delle
istituzioni coinvolte. Coloro che, secondo i giudici, «erano
necessariamente consapevoli delle violenze commesse», quelle fisiche e
quelle psichiche commesse su persone inermi, minacciate di morte e di
stupro.
Dal punto di vista penale il processo per le violenze di
Bolzaneto si era concluso con 33 prescrizioni, 8 condanne e 4
assoluzioni, ma le amministrazioni di appartenenza degli imputati
avevano dovuto ugualmente risarcire le parti civili. Ma da un altro
punto di vista, come aveva sottolineato in udienza la procura contabile,
quei giorni di Genova «hanno determinato un danno d’immagine che forse
non ha pari nella storia della Repubblica». Ecco perché a pagare è stato
condannato anche Alfonso Sabella, malgrado la sua posizione giudiziaria
fosse stata archiviata. L’ex dirigente Dap infatti avrebbe dovuto
controllare e vigilare per evitare abusi. Tanto più in una situazione
così inusuale, con una caserma trasformata di fatto in carcere.
Durante
l’udienza di un anno fa, il procuratore contabile Claudio Mori aveva
però spiegato come fosse più facile punire per danno d’immagine il
dipendente pubblico che lascia il posto di lavoro per recarsi al bar di
fronte l’ufficio piuttosto che gli agenti e i militari protagonisti
delle violenze di Genova. «Con l’entrata in vigore del Codice della
giustizia contabile – aveva spiegato Mori – forse si andrà oltre». E
invece nel conteggiare il risarcimento dovuto allo Stato la Corte dei
Conti non ha inserito il danno d’immagine. Quello, continueremo a
pagarlo tutti, cittadini e istituzioni italiane.