Il Fatto 29.4.18
La sinistra scomparsa non cercatela in un partito
di Antonio Padellaro
“Il
mutualismo esprime una solidarietà ‘contro’ lo stato di cose presente,
ma esige anche una solidarietà ‘per’, fatta di risposte immediate a
bisogni immediati. Il mutualismo è politico perché valorizza di nuovo
‘l’agire in comune’, la cooperazione non solo produttiva, ma morale,
intellettuale, solidale su cui si è fondato il movimento operaio nella
storia”.
Salvatore Cannavò Mutualismo. Ritorno al futuro per la sinistra (Alegre)
Nella
chiacchiera infinita, compulsiva, inconcludente che affoga la politica e
noi tutti, fa da sottofondo il piagnisteo, quanto mai vuoto e
insopportabile, sulla fine della sinistra. In effetti, questo dicono i
risultati del 4 marzo che nella somma tra Pd (sinistra?), Liberi e
Uguali, Potere al Popolo e frammenti vari (a malapena il 23%) ci mostra
un triste rigagnolo in mezzo alle secche là dove soltanto dieci anni fa
scorreva ancora impetuosa l’acqua della passione e dell’impegno. Poi
però scopriamo l’esistenza di una sinistra sommersa che come un fiume
carsico agisce in profondità, invisibile agli sguardi superficiali. Non
la troveremo nei talk show perché non di parole inutili è composta ma di
vita reale. Se non ci credete nel libro di Cannavò, giornalista e
manager del Fatto, già parlamentare della sinistra (che parte dalle
ragioni storiche che hanno portato alla fine del movimento operaio)
troverete la lista “virtuosa” di cooperative e aziende nate o recuperate
sui principi e valori della mutualità. Una costellazione del “fare
insieme”, dell’“agire in comune” composta da operai, agricoltori,
manager. Collettività di lavoro che non si piangono addosso, che si
danno da fare e che hanno riscoperto “la stessa capacità d’inventiva e
innovazione di cui diedero prova gli operai e gli intellettuali della
seconda metà dell’Ottocento”. Solo qualche esempio. Rimaflow, la
fabbrica recuperata di Trezzano sul Naviglio – alle porte di Milano –
avviata nel 2013, diventata una nuova cittadella operaia che ha puntato
tutto su riuso e riciclo (carta e plastica, computer e cellulari, più un
liquorificio sociale che produce il “Rimoncello” e l’“Amaro
Partigiano”, tanto per essere chiari). San Rosarno (distretto delle
arance). Sfrutta Zero (raccolta e distribuzione del pomodoro). Mondeggi
bene comune (uliveti). Ex Asilo Filangeri (arte, cultura, spettacolo). E
così via. Una miriade di esperienze che si muovono secondo un programma
che rivendica un salario minimo legale, un reddito di base, il diritto a
un nuovo welfare comune, autogovernato e modellato sui nuovi bisogni
sociali. Fondamentali, naturalmente, “il carattere multietnico e
multiculturale e il riconoscimento e la valorizzazione del lavoro
femminile”. Cercate la sinistra scomparsa? È qui.