Corriere 16.4.18
La sinistra spiazzata mette in soffitta lo spirito pacifista
Fratoianni: la Siria? Si fatica a capire chi è il cattivo. E Cento: il movimento non sa più condizionare
di Alessandra Arachi
ROMA
I missili squarciano il cielo di Damasco. E loro tacciono. Una guerra
orribile illumina i display dei nostri smartphone, gli schermi delle
nostre tv. E loro, per stigmatizzare, producono comunicati appena
tiepidi. Loro, i pacifisti che furono dentro la sinistra.
«Che siamo
ancora, in realtà. Ci proveremo con le associazioni a ricostruire un
appuntamento pacifista, però..». Però Stefano Fassina — transitato dal
Pd a Leu — lo ammette che tutto è cambiato da quando il New York Times
definì il movimento pacifista la seconda potenza mondiale. «C’è una
crisi di rappresentanza dei soggetti collettivi, ma soprattutto c’è una
grande disordine che non aiuta», dice ancora Fassina. E spiega: «Prima
c’erano conflitti molto semplici da decodificare, adesso si fatica a
capire chi è il cattivo. In Siria c’è un dittatore cattivo che usa le
armi chimiche, non è scontato stare al suo fianco. Non siamo più ai
tempi del Vietnam».
Nicola Fratoianni , segretario di Sinistra
italiana, non ha dubbi con chi allearsi: «Con i civili che muoiono in
Siria», dice, e anzi non tollera la logica di uno schieramento. «Non
dobbiamo guardare se stare con Putin o Assad, ma ripeto, soltanto:
l’unico alleato possibile sono i civili che muoiono, tanti sono
bambini».
Ma perché il movimento pacifista si è dissolto in Italia?
«Non solo in Italia», precisa Fratoianni. Poi spiega: «Credo che dopo
che milioni di persone sono scese in piazza per la pace si è verificato
un fenomeno di rinculo». Paolo Cento, storico pacifista anche lui, è più
tranchant : «Mancano i riferimenti politici per un movimento pacifista.
Ormai l’unico capo riconosciuto in nome della pace è papa Francesco. È
lui che ha definito quella che stiamo vivendo una terza guerra mondiale a
pezzi. È lui che senza dubbio sul tema ha le idee più chiare di tutti».
Anche
Paolo Cento è approdato a Sinistra italiana, e anche lui azzarda
un’analisi sul crollo di un movimento che se nel 2003 era stato definito
la seconda potenza mondiale, oggi langue, soprattutto in Italia e basta
vedere l’account su Facebook del movimento: l’ultimo post è del 2014.
«Da
anni questo movimento ha perso la sua capacità di condizionamento»,
aggiunge Paolo Cento. E dice: «La prima cosa che deve succedere per una
rinascita è che la sinistra esca dal suo ripiegamento e ritrovi la sua
forza e la sua energia».