Repubblica 2.3.18
L’incontro Meloni-Orbán
La confusione nazionalista
di Francesco Merlo
È
spassosa ma inquietante Giorgia Meloni che non riesce ad essere né di
destra né nazionalista, e a Budapest si è fatta il selfie con un anti
italiano, un nemico dell’Italia che però ai suoi occhi incarna l’idea
italiana del macho autoritario, del “qui ci vuole un uomo”.
Dimentichiamo per un momento l’antisemitismo di Orbán e l’orribile
guerra all’ebreo ungherese Soros, condivisa da Meloni probabilmente
(speriamo) perché non la capisce. Sicuramente l’antisemitismo è razzismo
internazionalista. Ma non è nazionalista quella tessera di fratello
d’Italia a un nemico dell’Italia che indignerebbe tutto il Pantheon
della destra: Almirante e D’Annunzio, Longanesi e Jünger, Mussolini e
Prezzolini, Pound e Buttafuoco. E invece Meloni — ha raccontato Pietro
Senaldi su Libero, e non c’è ragione di non credergli — guardava Orbán
con “un’espressione innamorata”. Peccato che ci siamo persi lo
spettacolo della “Sora Angelina” muta e trasognata davanti al magiaro
della provvidenza che alza muri e molla calci nel sedere agli immigrati.
È
vero che è di destra il nazionalismo, ma non è mai internazionalista. E
nel caso ungherese è, con evidenza, ostile all’Italia. Orbán continua a
ricevere moltissimi soldi, anche italiani, dall’Unione europea: una
manna per lui, un disastro per noi. E però rifiutando le quote di
immigrati che dall’Europa gli sono state assegnate contribuisce a fare
dell’Italia quel “ grande campo profughi d’Europa” che eccita il
razzismo all’ungherese di Meloni. E va bene che è la reginetta di
Coattonia, ma se vuol fare la leader nazionalista, Meloni dovrebbe
sapere, con Carl Schmitt ( anvedi quanti so’ e quanto scriveno!), che le
nazioni si dividono in amiche e nemiche indipendentemente dal regime
politico. Meloni dice di non essere fascista: «Nazionalista. Il fascismo
è morto 70 anni fa».
Ora, il nazionalismo di Orbán sogna di
ricostruire la Grande Ungheria, quella del 1918. Ma Meloni quale Grande
Italia sogna? Se si esclude il Risorgimento, non abbiamo altro
nazionalismo da risognare che quello del 1918, quando finimmo di
combattere proprio con l’Austria- Ungheria. E va bene che Orbán teorizza
la “ democrazia illiberale”, ma ha alzato il suo muro più contro di noi
che contro quei pochi immigrati che aveva già respinto a calci.
L’Italia non può alzare muri attorno alle sue coste. E neppure Meloni
sparerebbe sui barconi.
Caricatura della destra, dunque Meloni è
per ora solo un pasticcio di confusione. Un leader di destra per esempio
non avrebbe contestato quel biglietto gratis agli immigrati offerto dal
direttore del museo di Torino. Come le ha fatto notare su Panorama
Marco Tarchi, politologo amato a destra, anche quella è stata “una
sciocchezza”. Politica di destra sarebbe aprire gratuitamente agli
immigrati tutti i musei e le istituzioni italiane, regalare la Bibbia e
tassare invece il Corano, le macellerie halal...
Specie quando
faceva politica con il pancione, Meloni sembrava un’onorevole Angelina
de destra, l’Anna Magnani che nel 1947 sapeva fare le piazzate ma anche
rinunziare al ruolo di onorevole perché « me stavo a confonde » . E la
difendemmo quando Asia Argento ( che poi le chiese scusa) la definì
“lardosa” su un tweet in inglese. Ecco: since than Ms Meloni è convinta
che la lingua inglese sia di sinistra: perfida Albione again.
La
sua è la destra di borgate, palestre e trattorie romane, della comunità
dei “gabbiani” (1980) di Rampelli, di Crosetto e Katia Ricciarelli,
cinepanettoni e semivip, la destra del mitico La Russa che negli anni
del governo Berlusconi, sembrava l’incarnazione della caricatura del
gerarca, con le collezioni di soldatini e i voli sopra Kabul.
Insultata
in inglese Giorgia pensa che il nazionalismo sia dire «tassa piatta»
(che davvero non si può sentire) invece di flat tax: «La sinistra ci ha
insegnato che quando si danno i nomi stranieri a una legge ti stanno
fregando ». Inventata da Friedman nel 1958, la flat tax si chiama così
in tutto il mondo, anche nei testi dell’economista Antonio Martino che
nel 1994 la inserì nel programma del governo Berlusconi. Inoltre
l’Inglese, che non è di destra né di sinistra, avrebbe permesso alla
Meloni “ innamorata” di parlare con Orbán e di capirlo: in Ungheria
l’amore non è cieco, ma muto.