il manifesto 2.3.18
Grasso: «Plurale, unita e fuori dalle larghe intese: così Leu andrà avanti»
Intervista
al leader di Leu. Il presidente del senato: montano fake news sulle mie
parole, la Fornero va rifatta, quindi abolita. Minniti ha ridotto gli
sbarchi, ma sul resto non va. Con i 5 stelle nessun governo: su certi
valori siamo incompatibili. Subito dopo il voto convochiamo un’assemblea
e nascerà il partito della sinistra. Continuerò a guidare questo
percorso con quelli che ci hanno creduto
di Daniela Preziosi
Presidente
Piero Grasso, siamo alla fine dalla campagna elettorale. Il magistrato
non è un mestiere facile. Il mestiere di leader politico?
Per me è
tutto nuovo. Ma l’ho fatto con entusiasmo. E ho incontrato un’Italia
delusa, frustrata, affaticata, ma anche un’Italia che ha voglia di
riprendersi e riprendere la speranza. È stato bello e emozionante.
Una speranza che rischia di infrangersi nelle inevitabili pastoie del dopo-voto?
La
legge elettorale ormai è giudicata disastrosa anche da chi l’ha ideata,
e cioè Renzi, Berlusconi e Salvini. Va assolutamente cambiata. E noi
pretenderemo di stare a quel tavolo. Sto parlando di un tavolo
parlamentare, perché la legge elettorale la fa il parlamento.
Perché ci sia quel tavolo ci deve essere un governo. Potreste parteciparvi?
Un
governo in un paese c’è sempre, che sia quello in proroga, che sia
quello nuovo. Noi non parteciperemo a un governo di larghe intese,
questa è la posizione di Liberi e Uguali da sempre. Il resto sono fake
news, è stato creato un caso dalle mie parole.
Ma il dubbio di
Vespa era legittimo: lei è il presidente del senato, è ancora la seconda
carica dello stato. E se glielo chiedesse Mattarella?
Il punto
non è questo. Il presidente della Repubblica segue la prassi e la
Costituzione. Noi siamo la sinistra e non partecipiamo a un governo con
la destra.
Il punto è forse anche che c’è il sospetto che in LeU qualcuno abbia la tentazione di votare le larghe intese. Lo esclude?
LeU resterà unito. E se anche ci sono posizioni diverse, come dice lei, saremo uniti. Plurali, ma uniti.
Qual è la sua opinione sui ministri immaginari di Di Maio?
È
una forzatura istituzionale a fini di propaganda. Vogliono dare
l’impressione di aver vinto prima del voto, e di essere già pronti a
governare.
Voi invece avete scelto un profilo più serio e più realistico?
Abbiamo
scelto la realtà della Costituzione. Quando saremo consultati
esprimeremo le nostre opinioni. Vede, io non voglio commentare i nomi,
ma gli esordi di alcuni non mi sembrano eccezionali. Ho sentito il
designato all’istruzione che elogiava la buona scuola. Ci sono delle
discrasie, dei lapsus, fra quello che i 5 stelle hanno detto prima e
quello che dicono adesso.
Sono lapsus o cercano di rassicurare gli elettori?
Ma
non si capisce più quale sia la loro linea. Siamo d’accordo su qualche
punto, ma molti dei loro temi sono incompatibili con i nostri. Il fatto
che non siano stati alla manifestazione antifascista va valutato.
L’antifascismo è un valore fondativo della Costituzione.
Nonostante questo resta possibilista sull’appoggio a un governo M5S?
Ho appena detto il contrario. Ad oggi non ci sono le condizioni per appoggiarli.
Ci sono temi sensibili a sinistra. Gliene propongo alcuni. Che giudizio dà dell’operato del ministro Minniti?
Intanto
saranno gli elettori a giudicarlo. Sul tema dell’immigrazione ha
ridotto gli sbarchi, ma ha spostato il problema umanitario in Libia. Lì
va tutelata la vita e la dignità delle persone che finiscono nei campi. E
su questo non ci siamo.
Lei ha detto che la legge Fornero non è
da cancellare ma da riordinare, facendo la gioia dei suoi sfidanti a
sinistra. Cosa intendeva?
In questa campagna elettorale si gioca
troppo sulle parole. C’è chi si studia quello che dico per trovarci
quello che non c’è. Se cambio una legge vuol dire che la riscrivo, che
la abolisco. La legge Fornero va rivista e riscritta. Basterebbe
conoscere il programma per sapere come la penso.
Non si parla abbastanza di programmi?
A
furia di spararle grosse i programmi seri come i nostri sono passati in
secondo piano. Noi abbiamo fatto proposte precise, concrete e
realizzabili.
Dica le due più urgenti al paese.
Gli
investimenti pubblici per creare lavoro per i giovani, il diritto allo
studio e alla salute per tutti i cittadini. Sono diritti universali che
vanno tutelati molto di più.
Alla vostra sinistra Potere al popolo
propone la legalizzazione delle droghe leggere, l’abolizione
dell’ergastolo e del 41bis, il carcere duro per i mafiosi. Su questi
temi lei ha il know how del magistrato. Come la pensa?
Sul 41bis
non ho dubbi, è una misura che va mantenuta perché il suo scopo è
evitare che i boss possano comandare dal carcere. Sull’ergastolo la cosa
è più complessa: la buona condotta lo trasforma in una pena di
reclusione, che quindi può avere una fine. Sulla legalizzazione delle
droghe leggere so che gran parte dei nostri candidati è a favore, io
personalmente ho qualche dubbio.
Da questa campagna che idea si è fatto delle divisioni della sinistra?
Ma
noi di Liberi e Uguali ci siamo uniti, e presto passeremo da lista a
partito. Un cantiere che apriremo subito dopo le elezioni. Siamo aperti a
ricevere qualsiasi formazione che voglia aderire ai nostri valori, che
poi sono quelli universali: l’idea di giustizia, di uguaglianza, di
legalità, la questione morale che è quella che ha fatto staccare i
cittadini dalla politica.
LeU è nata con il vento in poppa. Ora però la spinta sembra affievolita. Perché?
Guardi,
io ho l’impressione opposta. Altro che affievolita. Sul territorio
l’entusiasmo continua a crescere, ho girato per il paese e l’ho toccato
con mano. Se si riferisce ai sondaggi, attenta che sbagliano, non le
faccio l’elenco degli ultimi clamorosi errori dei sondaggisti. Siamo
fiduciosi. Ci rivolgiamo ai delusi. Soprattutto quelli del Pd. Con loro
possiamo costruire una casa nuova della sinistra.
Voi dite che LeU andrà avanti. Come?
Secondo le regole di ciascun partito. Ci sarà un momento assembleare subito dopo il voto.
Lei continuerà a esserne il leader?
Continuerò a guidare questo percorso, in cui credo fermamente, insieme alle persone che credono nel futuro di questo progetto.