giovedì 1 marzo 2018

Repubblica 1.3.18
Potenza, studente di lettere risponde ad Emma Bonino: "Siamo tutti umanisti"
Il giovane contesta le dichiarazioni della leader di "+Europa" sui "latinisti"
di Anna Martino


"L'umanista non è solo dietro a un banco, a una cattedra o a una laurea ma in ognuno di noi. Se fossimo tutti più legati al nostro essere uomini invece che all'utile economico, non ci sarebbe bisogno di alcun umanista o latinista".
Davide Di Bono è iscritto al primo anno della facoltà di Lettere all'Università di Basilicata. Uno dei pochi che ha deciso di restare, in questa emorraggia di cervelli che ogni anno emigrano per studiare fuori regione. E sceglie la facoltà di Lettere perchè gli studi umanistici sono ciò verso cui prova interesse, quello in cui crede.
Per questo motivo le parole rilasciate in una intervista da Emma Bonino. "Servono più ingegneri e meno latinisti", proprio non gli sono andate a genio. In una lettera aperta scrive: "Potrebbe aver detto una grande verità: a cosa servono persone che studiano una lingua morta, che vivono ancorate al passato e ai libri e che non producono con il loro lavoro utili economici per qualcuno? A nulla".
Si rivolge direttamente alla leader di "+Europa": "Ha ragione Emma, lei stessa che ha studiato al liceo classico e si è laureata in lingue e letteratura moderna. E allora per quale motivo io e tanti altri abbiamo frequentato il liceo classico? Sono solo uno stupido parassita se ho scelto di costruire il mio futuro partendo dalla facoltà di lettere? Si è mai chiesta il perché della sua scelta universitaria? Io sì e ho provato a darmi delle risposte. Cosa rende me uomo diverso rispetto agli altri esseri viventi?
La risposta non è solo la solita “ragione” che ci danno come la pappa con i lattanti e che ci fanno ripetere come gli stupidi. L’uomo ha la possibilità di ricordare cose che ha vissuto e cose che non ha vissuto, di immaginare, di esprimere emozioni complicate e comuni, la capacità di comprendere ed esprimere la bellezza e tante altre cose molto più specifiche. Una è ancora più importante: la capacità di parlare non solo di bisogni pratici (come gli altri animali). “Pensare solo ai nostri bisogni”, e sottolineo "solo", è purtroppo il pensiero dominante che la società di oggi impone.
Lei stessa ha detto che lo Stato non deve intervenire per niente nell'economia, anche se questo vuol dire lasciare tutto al mercato, lo stesso mercato "libero" che fa salire le borse quando diminuiscono i salari e si licenziano i dipendenti, facendole crollare se avviene il contrario, lo stesso mercato che ci tiene nella crisi e che, a volte, uccide.
Bene cara Emma - scrive Davide - lei che copre il liberismo sfrenato e disumano dietro qualche (giusta) concessione di diritti civili, il suo è un pensiero davvero limitato e limitante se si osserva che "pensare solo ai propri bisogni" significa non avere tanto in più delle semplici bestie. Il pratico serve per andare avanti ma allo stesso modo serve avere un pensiero forte, elastico e indipendente. Chi fa solo calcoli, operazioni strane ecc. senza avere un pensiero si chiama computer.
Le svelo un segreto: l'umanista non è solo dietro un banco o una cattedra o una laurea ma in ognuno di noi. Se fossimo tutti più legati al nostro essere uomini che all'utile economico non ci sarebbe bisogno di alcun umanista o latinista o come vuole chiamarli. Ma fino a quando il mondo non cambierà ci
trova qui a combattere, perché abbiamo il fine di nobilitare tutti gli uomini, non solo i "pochi" che interessano a te.
E conclude: "La saluto con la frase di esordio della mia tesina degli esami, una frase di una commedia di Terenzio che recita così: "Homo sum, humani nihil a me alienum puto" che significa "Sono un essere umano, non ritengo estraneo a me nulla di umano".