giovedì 15 marzo 2018

Repubblica 15.3.18
Intervista a Domenico De Masi
“Toccata la capacità massima ormai si può solo decrescere”
di Barbara Ardù


ROMA Professor Domenico De Masi, ha letto Beppe Grillo? Propone una «società senza lavoro» e «un reddito per diritto di nascita»?
Va oltre quello di cittadinanza.
«Grillo ha il suo modo di parlare alla gente - precisa il sociologo del lavoro, «ma non sbaglia quando dice che si è “raggiunta la capacità produttiva”. Siamo l’ottava potenza mondiale per Pil. Ogni italiano ha in media 34mila euro pro capite...».
Sì, ma questa è la media di Trilussa...
«Certo, perché il problema è come redistribuire il reddito. I comunisti erano molto bravi a redistribuirlo, ma non a produrlo. I liberisti sono bravi a produrlo ma non a redistribuirlo».
E allora ci vuole una terza via.
«Terza via... Ci vuole la socialdemocrazia. Quella che esprimevano personaggi come Pietro Nenni o Enrico Berlinguer.
Solo che Matteo Renzi haspostato il Pd verso il neoliberismo».
Non è il primo né l’unico ad averlo fatto.
«L’Italia in questi anni è cresciuta, ma il reddito è andato solo ai piani alti della società. Non a caso abbiamo 6 milioni di poveri.
Dunque va affrontato il tema della distribuzione di reddito e ricchezza. E dico di più. Non va redistribuita solo la ricchezza, va fatto lo stesso con il lavoro, che è quanto sostiene anche Grillo. Va redistribuito, perché la tecnologia sottrae lavoro e non sono l’unico a dirlo ormai. Guardi la Germania: lì si lavora 1.400 ore l’anno, da noi 1.800, ma produciamo molto meno».
La nostra produttività è notoriamente bassa.
«Certo perché i nostri imprenditori e manager non sono all’altezza e redistribuiscono poco».
E il reddito per diritto di nascita sarebbe la strada? Ma chi lo finanzia?
«Il bilancio dello Stato è ampio. È lì che bisogna cercare. Se si vuole fare si fa. È un discorso di voci di spesa.
La redistribuzione deve diventare una priorità in un mondo in cui è difficile creare nuovo lavoro, siamo al massimo della capacità produttiva e la tecnologia sottrae lavoro. Un tempo a 18 anni andavi a lavorare e poi andavi in pensione.
Non funziona più così. Bisogna trovare dei correttivi. I Cinque Stelle con il reddito di cittadinanza hanno impedito che milioni di poveri prendessero il fucile e facessero un rivoluzione».
Addirittura! Grillo nega anche che ci sia una crisi in atto.
«Ha ragione. Una crisi che dura dieci anni è impensabile. È una decrescita del Paese, che non essendo stata programmata è subita dai poveri e dai giovani».
Cosa dice lei ai suoi studenti?
«Che studino per arricchire le loro conoscenze. Trovare un lavoro è un altro capitolo».