domenica 25 marzo 2018

La Stampa 25.3.18
“Se Di Maio farà un governo con Lega finirà linciato sulla pubblica piazza”
Travaglio: finita la collaborazione istituzionale guardi al Pd
di Andrea Carugati

Subito dopo l’elezione della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, sul web sono diventati virali i video dei suoi scontri tv con Marco Travaglio sui processi di Berlusconi. «Lei annunciò che mi avrebbe querelato, ma non è mai arrivato nulla, come nel caso della Boschi», ricorda il direttore del Fatto Quotidiano. Che tuttavia non demonizza la scelta fatta dal M5S: «Per me è ragionevole che il partito e la coalizione che hanno vinto si dividano le presidenze delle Camere. Nel momento in cui il Senato è toccato a Forza Italia, il minimo che poteva capitare era un avvocato che difende l’indifendibile. Rischiavamo di trovarci uno come Giggino ’a purpetta, del resto il personale politico di Berlusconi è questa roba qui. E Casellati almeno non ha condanne. Era molto meglio la Bernini, ma l’ex Cavaliere, pur assai malconcio, non poteva farsi scegliere il presidente da Salvini e Di Maio».
M5S ha fatto un inciucio?
«No, perché non è un accordo sottobanco e non ci sono contropartite inconfessabili. Il Pd nel 2013 si prese tutto e fu molto peggio».
Avremo un governo M5S-Lega con il terzo incomodo Berlusconi?
«Conviene sia a Salvini che a Di Maio chiudere qui questa collaborazione istituzionale. Se facessero un governo insieme, i 5 stelle sarebbero linciati sulla pubblica piazza. Luigi Di Maio diventerebbe l’uomo più scortato d’Italia. E poi hanno due programmi costosi e incompatibili: non si può pensare di realizzare contemporaneamente la flat tax e il reddito di cittadinanza».
Accordo indigeribile anche se non ci fosse il Cavaliere?
«Certamente. Il M5S ha una gran parte di elettori fuggiti dal Pd, che vedono Salvini come fumo negli occhi. Il M5S rischierebbe di perdere non solo voti, ma anche parlamentari eletti al Sud».
Di Maio non ha risposto al telefono a Berlusconi.
«Ha dimostrato di non essere stupido. Chi si siede al tavolo con lui sparisce dalla scena politica. È successo a tutti i leader del Pd, con l’eccezione di Prodi».
Il voto alla Casellati in Senato danneggerà il Movimento?
«Se si ferma qui no, gli elettori di Grillo, che sono visceralmente anti-berlusconiani, sanno distinguere una divisione di cariche istituzionali da un eventuale accordo di governo. Non oso neppure immaginare Di Maio discutere di programma e ministri con la Lega».
Crede ancora in un’intesa tra Pd e grillini?
«Se Renzi mantiene il controllo del Pd finirà per sostenere un governo di centrodestra. Se spuntasse fuori qualcuno in grado di capire le ragioni della sconfitta potrebbe invece mettere a punto un programma di riforma sociali da approvare col M5S».