La Stampa 15.3.18
Il Movimento cresce ancora
E ora quasi un italiano su due vuole dare la guida al M5S
Il sondaggio di Piepoli: il 50% scontento dei risultati Per un terzo bene anche un esecutivo del Presidente
di Nicola Piepoli
Cosa
pensano gli italiani a dieci giorni dalle elezioni? Ripeterebbero il
loro voto o sono pentiti? E quale alleanza vorrebbero al governo?
Dalla
ricerca che abbiamo svolto emerge che quasi un italiano su due (49%) è
poco o per nulla soddisfatto dell’esito del voto. Mentre il 46% della
popolazione è abbastanza o molto contenta del risultato.
Quella
che è emersa dalle urne è un’Italia frammentata e tocca al Presidente
della Repubblica riunirla. Ma come? Varie sono le ipotesi di alleanze
presentate al campione di italiani intervistato. Due sono quelle che più
delle altre potrebbero essere accettate come possibile nuovo governo:
al primo posto, con il 44% di gradimento, abbiamo l’ipotesi di un
esecutivo guidato dal Movimento 5 Stelle. Il partito che ha vinto,
aiutato da alcune altre forze, è per l’opinione pubblica la prima
scelta. Quasi metà degli italiani si aspetta che Mattarella decida per
questa opzione.
Al secondo posto abbiamo, però, con il 32% di
preferenze, la possibilità di un governo di «concordia nazionale». In
questo caso ci si aspetterebbe che il Presidente della Repubblica
scegliesse un «eroe nazionale» a cui affidare la guida del governo. La
sentenza degli elettori coinciderà con la decisione del Presidente della
Repubblica? Viene in mente, in questo caso, ciò che diceva Charles De
Gaulle: compito di un presidente è sapere e meditare su ciò che
l’opinione pubblica pensa ma, suo supremo compito, è agire solo ed
esclusivamente nell’interesse del Paese.
Non abbiamo però ancora
risposto a tutte le domande: come si sono mosse le intenzioni di voto
nei giorni successivi alle elezioni? Se si votasse oggi, quale sarebbe
il risultato? Come dopo qualsiasi consultazione elettorale ci troviamo
di fronte a un «voto pietroso», che conferma l’esito delle urne quasi
come una fotocopia: rivediamo la sconfitta del Pd e del centrosinistra
nel suo complesso e la vittoria della coalizione di centrodestra, in cui
i partiti mantengono le posizioni conquistate il 4 marzo. Per quanto
riguarda il Movimento 5 Stelle possiamo notare un lieve effetto
«bandwagon»: il Movimento sembra arrivato al massimo della sua parabola;
se avesse ancora un bacino di utenza da alimentare nelle intenzioni di
voto di questa settimana sarebbe arrivato a sfiorare il 40%, mentre
nelle nostre rilevazioni conquista soltanto un punto percentuale in più.
Anche
la fiducia nei leader è rimasta a grandi linee invariata. Si può notare
un «ringraziamento» all’operato del premier Paolo Gentiloni, che
acquista un punto. L’indice di gradimento degli altri capi di partito
resta stabile. A perdere punti è soprattutto Silvio Berlusconi: se si
andasse alle elezioni oggi, nonostante la stabilità nelle intenzioni di
voto dichiarate, Forza Italia conquisterebbe meno voti proprio a causa
della perdita di fiducia degli elettori nel suo leader.