il manifesto 4.3.18
A letto presto oppure mai, la notte non porterà certezze
La
difficile assegnazione dei seggi. Il Viminale dice che aspetterà la
chiusura definitiva. Qualche dato arriverà anche prima, ma provvisorio. E
se le tv non hanno rinunciato a exit poll e proiezioni, stavolta serve
una prudenza in più
Sono 46.604.925 gli elettori
chiamati a votare da stamattina alle sette a stasera alle undici per il
rinnovo della camera dei deputati, quelli che voteranno anche per il
senato sono quattro milioni circa in meno essendo escluso chi non ha
compiuto 25 anni entro oggi. Alla chiusura dei seggi scatterà la
maratone dello spoglio e dello scrutinio e sarà più lunga del solito.
Dopo
la comunicazione del dato definitivo di affluenza, le 61.552 sezioni
distribuite sul territorio dovranno cominciare lo spoglio dalle schede
gialle, quelle del senato. Nel frattempo le televisioni avranno già
cominciato a diffondere gli exit poll, cioè sondaggi realizzati con gli
elettori all’uscita dai seggi. Malgrado le cattive performance del
passato, hanno confermato il ricorso a questo strumento sia la Rai, che
si serve del Consorzio Opinio Italia (Istituto Piepoli, Emg e Noto
sondaggi), sia La7, che ricorre a Swg. Strumento simile per Mediaset,
che nelle sue dirette si avvale dei dati raccolti da Tecnè che
realizzerà domani degli intention poll, cioè sondaggi telefonici lontani
dai seggi. Entro un’ora dalla chiusura dei seggi, gli stessi istituti
offriranno anche le prime proiezioni per il senato, si tratta di
simulazioni effettuate sulla base dei primi risultati arrivati dai seggi
campione.
Due novità introdotte dalla legge elettorale Rosato
suggeriscono di trattare con cautela i primi dati. Si tratta delle
regole sui riparti dei voti nel proporzionale, sia per quanto riguarda i
voti che gli elettori avranno tracciato solo sul nome del candidato
all’uninominale in caso di coalizione (sono due, quella attorno al Pd e
quella attorno a Forza Italia), sia per quanto riguarda la distribuzione
sempre alle coalizioni dei voti di quelle liste che resteranno tra l’1%
e il 3% dei voti. La novità ha suggerito alla direzione generale per i
servizi elettorali del ministero dell’interno una prudenza nella
diffusione dei dati. Anche i dati del Viminale si faranno attendere.
La
ragione è stata ribadita ieri con una nota del ministero dell’interno.
Solo quando tutte le sezioni elettorali di un collegio uninominale – che
per il senato sono 116 e per la camera 232 – avranno chiuso i conteggi
si potrà calcolare la percentuale di voti «diretti» andati alle liste
coalizzate, e dunque distribuire proporzionalmente la quota di voti
senza opzione, quelli cioè assegnati solo ai candidati nell’uninominale.
A quel punto sul sito elettorale del Viminale appariranno le
percentuali di ogni lista, ma non ancora il numero dei seggi assegnati.
Per quello bisognerà aspettare eventualmente il secondo riparto, che si
potrà conoscere solo quando tutte le sezioni avranno chiuso e dunque si
potrà conoscere il dato nazionale delle varie liste coalizzate. La legge
prevede infatti che i voti delle liste rimaste sotto l’1% non siano
conteggiati in alcun modo, che i voti della liste sopra il 3%
contribuiscano all’assegnazione dei seggi proporzionali – che sono 193
per il senato e 386 per la camera – alla lista e che i voti delle liste
ferme tra l’1 e il 3% vengano redistribuiti in maniera proporzionale
alle liste collegate. Questi calcoli potranno essere conclusi molto
tardi nella notte o più verosimilmente nel mattino di domani. Tantopiù
ci saranno liste delle coalizioni vicine alle soglie di sbarramento,
tantopiù avrà senso restare prudenti. E ci vorrà ancora altro tempo,
nella giornata di domani o anche oltre, per venire a capo di altri due
rompicapi: quello delle liste «eccedentarie» che dovranno cedere seggi
alle liste «deficitarie» nelle circoscrizioni e nei collegi
plurinominali. E quello delle liste «incapienti», con i candidati eletti
da recuperare in giro da altre circoscrizioni o da altre liste.
Condividi: