il manifesto 2.3.18
E Renzi si sente accerchiato
«Dopo
il 40% alle europee anche nel mio partito hanno iniziato a farmi la
guerra, hanno cercato di spaccare tutto ma non ci sono riusciti perché
siamo ancora nelle condizioni di essere il primo gruppo parlamentare,
l’unico che in Europa ha chance di governare. Il Pd ha preso tante botte
al proprio interno, è stato un errore dividersi come hanno fatto gli
amici di D’Alema». Ormai Matteo Renzi, saltando da uno studio tv
all’altro per il rush finale, alterna appelli accorati e recriminazioni,
ripensando a quel 40% che «è un unicum nella storia politica» ma è
lontano anni luce.
Denuncia una campagna di odio nei confronti
degli elettori dem e se la prende anche con Emma Bonino che «sbaglia
sulla reintroduzione dell’Imu, non sta né in cielo né in terra», ma «chi
vuol votare +Europa lo faccia», del resto sarebbero alleati. Ma
«l’ipotesi di un governo degli estremisti è in campo e lo dico ai
malpancisti del Pd e della sinistra» e «chi vive queste elezioni come
primarie interne non ha capito che rischiamo di svegliarci con una
maggioranza di estremisti, col governo M5s-Lega».
«Il clima sta
cambiando», deve aggiungere, per incoraggiare gli elettori e se stesso.
Ma intanto il maltempo lo porta a cambiare location al suo comizio
conclusivo di stasera a Firenze, inizialmente previsto in piazza
Michelangelo. L’appuntamento – causa neve – è dirottato nel teatro
Obihall.
Niente piazza nemmeno a Roma. Il Pd capitolino aveva
chiesto una pre-autorizzazione alla Questura per un comizio in piazza
Mastai, a Trastevere, ma l’iniziativa è stata annullata: dalle 17 a
mezzanotte attivisti e candidati gireranno la città con i volantini per
cercare di convincere uno a uno gli elettori.