il manifesto 25.3.18
«Salvare le persone in mare non è un reato». Solidarietà ad Open Arms
ROMA
«Quello che sta accadendo è assurdo, ridicolo e tragico al tempo
stesso, ma questa manifestazione che è nata in maniera spontanea in
tante città in Italia e Spagna ci fa sentire meno soli perché c’è molta
gente che dice no a quanto sta succedendo», dice Riccardo Gatti. Quello a
cui il portavoce in Italia dei Proactiva Open Arms si riferisce è il
sequestro della nave della ong spagnola e l’incriminazione da parte
della procura di Catania del comandante e della capomissione per
associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina.
Tutto per essersi rifiutati di consegnare 218 migranti a una motovedetta
libica che, in acque internazionali e armi alla mano, pretendeva di
riprendersi e riportare indietro uomini, donne a bambini che proprio
dalla Libia erano fuggiti.
Ieri a Madrid, Barcellona, Palma de
Maiorca, Roma e Pozzallo centinaia di persone hanno espresso solidarietà
alla ong spagnola e allo stesso tempo detto – come recita lo slogan
delle manifestazioni – che «Salvare le persone non è un reato/Sea rescue
is not a crime». Nella capitale italiana l’appuntamento è in piazza
Madonna di Loreto, di lato a piazza Venezia. «La criminalizzazione delle
Ong è cominciata la scorsa estate – ricorda l’ex presidente della
Camera Laura Boldrini, presente anche lei all’iniziativa – quando queste
ong sono state accusate di essere dei semplici taxi del mare. Il fatto
che adesso non ce ne siano più significa che il nostro Mediterraneo è
sempre più insicuro».
Alla manifestazione hanno aderito anche
Arci, Leu e Radicali italiani. Proprio sulle recenti vicissitudini
giudiziarie della Open Arms il segretario di Radicali italiani Riccardo
Magi insieme a Emma Bonino – rispettivamente deputato e senatrice di +
Europa – hanno presentato un’interpellanza parlamentare nella quale tra
l’altro si chiede se è vero che i soccorritori della Ong siano stati
«esplicitamente sollecitati da Roma a trasferire i profughi già salvati
sulla motovedetta libica per il successivo approdo in Libia».
Solidale
con Proactiva è anche la sindaca di Barcellona Ada Colau che ha
annunciato l’intenzione della città catalana di supportare le spese
legali della ong. Ma dalla Spagna all’Italia è chiara a tutti la
necessità di non assistere in silenzio alla messa sotto accusa delle
ong. «L’Italia non è e non può diventare il paese dell’egoismo e della
meschinità» afferma Nicola Fratoianni, di Leu. E anche il presidente del
Pd Matteo Orfini su Facebook definisce «curioso» che alla ong venga
contestato di non aver rispettato, neanche fosse un reato, il codice d
condotta imposto dal suo collega di partito ed ex ministro degli Interni
Marco Minniti.