Il Fatto 6.3.18
I problemi per i 5stelle arrivano ora
di Massimo Fini
Non
vorrei aver l’aria di sminuire la straordinaria vittoria del Movimento 5
Stelle (in fondo sono stato uno dei pochissimi intellettuali, insieme a
Travaglio, a partecipare al primo, e irriso, “Vaffa”) dovuto
all’impegno dei suoi militanti, al suo programma, alla grande abilità di
Di Maio (altro che “uno che ha solo un bel visino” come lo definì il
geronte Berlusconi) ma almeno una parte del trionfo dei “grillini” è
dovuta alle stesse ragioni che hanno portato Donald Trump alla Casa
Bianca.
Quando il ceto medio americano si è accorto che quella
madonnina infilzata di Hillary Clinton aveva dalla sua parte tutta la
finanza internazionale, tutti i più importanti giornali internazionali,
tutto lo star system di Hollywood si deve esser chiesto “ma costoro mi
rappresentano? ” e ha votato “The Donald”. Così quando una parte degli
italiani vessati e impoveriti da una partitocrazia sempre più arrogante e
corrotta ha visto che tutti i partiti e tutti i giornali che a loro
fanno riferimento (fatte un paio di eccezioni) si accanivano contro i
cinquestelle con gli argomenti più pretestuosi, falsi e ridicoli deve
aver capito che l’unico movimento veramente antipartitocratico, era
proprio quello fondato da Beppe Grillo. Della malafede e della
straordinaria spudoratezza delle accuse mosse ai cinquestelle può essere
presa come esempio Virginia Raggi che non aveva avuto ancora il tempo
di mettere piede in Campidoglio che subito si è scoperta la monnezza di
Roma, i topi di Roma, i maiali di Roma e in seguito è stata accusata
della siccità di Roma e poi della neve caduta su Roma e quindi ancora
del dissesto delle Ferrovie dello Stato che sono appunto di Stato e non
del Comune capitolino. Ma è, appunto, solo un esempio degli infiniti che
si potrebbero fare. Dopo una vertiginosa ascesa durata cinque anni i
veri problemi per i cinquestelle arrivano ora. Ho sempre scritto che i
difetti dei cinquestelle dipendono dai loro pregi. Legalità,
trasparenza, incorruttibilità, la volontà ferrea di non accettare alcun
compromesso sono stati i loro vincenti cavalli di battaglia, ma adesso o
accettano una qualche mediazione o resteranno una fortissima forza di
opposizione che però in quanto tale non conterà nulla perché nulla hanno
mai contato le opposizioni in Italia, se si eccettua il caso del Pci
che però per avere voce in capitolo dovette consociarsi col potere
democristiano e socialista, cioè non fare più l’opposizione. In linea
teorica i cinquestelle possono allearsi con tutti, perché nel loro
Movimento ci sono fattori sia di sinistra che di destra oltre alcuni del
tutto nuovi che sono i più interessanti perché i cinquestelle hanno
capito (come l’aveva capito a suo tempo Bossi) che Destra e Sinistra
sono due categorie ormai superate dalla storia perché non sono in grado
di comprendere le esigenze più profonde dell’uomo contemporaneo, che
sono esistenziali e non più solamente economiche.
Con tutti si
possono alleare i Cinque Stelle tranne che con Forza Italia e il suo
leader che hanno fatto della illegalità, intesa sia in senso penale che
politico e morale, la loro bandiera. Lo ha ribadito l’altra notte, forse
senza nemmeno rendersi conto della gravità di quanto stava dicendo,
Brunetta quando ha affermato che se la coalizione di centro-destra fosse
arrivata ad avere 260 seggi alla Camera non le sarebbe stato difficile
comprare o corrompere la sessantina di deputati mancanti (i metodi li
conosciamo, De Gregorio docet). Berlusconi è stato dato per
politicamente morto mille volte, ma il 5 marzo è “scaduto” davvero come
teneva spiritosamente scritto sul petto la ragazza col seno nudo mentre
andava al seggio. E noi che abbiamo contestato il Grande Imbroglione da
quando nel 1986 fece la sua prima apparizione pubblica presentando
all’Arena un Milan americanizzato, possiamo finalmente chiudere gli
occhi serenamente.