venerdì 2 marzo 2018

Il Fatto 2.3.18
I Radicali contro Bonino: “Il 4 marzo scioperiamo”
L’ultima faida tra gli eredi di Pannella: gli “ortodossi” Turco e Bernardini invitano a disertare le urne. Traduzione: non votate la lista di Emma
di Tommaso Rodano


Radicali contro. Gli eredi di Marco Pannella, ancora sotto le insegne del “Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito”, invitano pubblicamente all’astensione. Anzi allo “sciopero del voto”. E dunque – indirettamente ma non troppo – chiedono di non votare la lista radicale di Emma Bonino e Riccardo Magi, candidati nel centrosinistra sotto il simbolo di +Europa (con la complicità dell’ex democristiano Bruno Tabacci che ha consentito loro di saltare la raccolta firme).
La frattura tra pannelliani ortodossi e boniniani è ormai un grande classico nella famiglia radicale. Il vecchio leader sbottò pubblicamente già nel 2015: “Emma è fuori dal partito, a lei interessa solo il jet set”. Le cause sono più antiche e chiaramente più profonde, e hanno a che fare soprattutto con la gestione del patrimonio e della Radio. L’ultimo capitolo, a febbraio, è stato lo “sfratto” di Bonino, Gianfranco Spadaccia e Marco Cappato dalla sede del partito, dove conservavano i loro uffici.
Così l’ultima replica della Guerra dei Roses di Torre Argentina va in onda a tre giorni dal voto che potrebbe riportare in Parlamento alcuni esponenti storici di quella famiglia (a cominciare dall’ex ministra, di recente molto accreditata tra colonnisti e altri interpreti del pensiero democratico mainstream). Dalla sede del partito viene scandita l’indicazione di non votare. La ripetono Maurizio Turco, Rita Bernardini, Antonio Cerrone, Elisabetta Zamparutti e Sergio D’Elia. Quest’ultimo apre la conferenza stampa – che peraltro la stampa, persino le agenzie, diserta in modo unanime – con queste parole: “Per la prima volta la Lista Pannella non presenta proposte elettorali”. Il sottotesto: +Europa con noi non c’entra niente.
La ragione principale per cui i Radicali – quelli transnazionali e non violenti – chiedono di disertare le urne è il Rosatellum: una legge elettorale che – sostengono – manipola la volontà del cittadino e la cancella con metodi sostanzialmente truffaldini. Queste elezioni pertanto non vanno legittimate: la loro “non democraticità” ha raggiunto vette inesplorate, persino per la storia poco gloriosa del “regime partitocratico” che i radicali ortodossi denunciano dalla nascita. E dunque “sciopero del voto”, come ripete Rita Bernardini. Seguendo pure l’interpretazione autentica dello Statuto del partito (quello transnazionale, etc.) che non contempla la possibilità di sostenere o presentare liste alle elezioni. E per quanto riguarda i compagni radicali che si sono candidati lo stesso, aggiunge un po’ beffardamente Bernardini, “gli auguro senz’altro di essere tutti eletti”.