Corriere 29.3.18
Kim da Xi, show a porte chiuse
E i due leader spiazzano gli Usa
Conclusa la visita «segreta» del nordcoreano a Pechino, diffuse le foto
di Guido Santevecchi
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PECHINO
Kim Jong-un era già tornato a Pyongyang con il suo numeroso seguito
quando finalmente, tre giorni dopo l’arrivo a Pechino di un treno
blindato nordcoreano e un’infinità di voci e interpretazioni politiche,
Cina e Nord Corea hanno annunciato che il Maresciallo è stato in visita
nella capitale cinese e ha incontrato il presidente Xi Jinping.
«Colloqui di successo sulla pace e la stabilità nella penisola coreana»,
ha detto Xi nel resoconto dell’agenzia cinese Xinhua . «Una pietra
miliare sulla via delle relazioni bilaterali», per la Kcna nordcoreana.
Un doppio colpo d’immagine per i due leader: Xi si è ripresentato nella
veste di statista globale e pacificatore; Kim ha esordito sul
palcoscenico dei capi di governo, trattato da pari a pari, non tenuto a
distanza come un paria.
È uscita anche sostanza politica da questo
show a porte chiuse. Xi si è compiaciuto per la disponibilità del
Maresciallo a rinunciare all’arsenale nucleare, spiega la Xinhua . La
promessa di denuclearizzazione era stata già confidata a inizio marzo ai
sudcoreani in visita a Pyongyang e trasmessa anche a Washington, con lo
scopo di ottenere un vertice tra Kim e Donald Trump. Ora Kim ha
ripetuto l’impegno di fronte a Xi e questo rafforza la credibilità della
sua offerta negoziale.
Quanto alla cortina di segretezza intorno
alla presenza di Kim a Pechino, i cinesi spiegano che si trattava di una
«visita non ufficiale», improvvisa, per questo intorno a Piazza
Tienanmen non si sono viste sventolare bandiere nordcoreane, per questo
le decine di auto del corteo non avevano segni di identificazione e per
questo per tre giorni non c’è stata alcuna comunicazione. Spiegazione
debole. Ancora martedì sui social network cinesi la censura aveva
bloccato ogni ricerca con i nomi Kim, Nord Corea e Grassone Terzo
(soprannome ingiurioso affibbiato al Maresciallo). Forse Kim ha chiesto
il blackout perché teme il contatto con una folla che non conosce e non
può dominare?
A giudicare dalle immagini ufficiali diffuse solo
ieri, all’interno della Grande sala del popolo lunedì a Kim è stata
invece riservata l’accoglienza protocollare, con guardia d’onore e
camminata spalla a spalla con Xi nei corridoi coperti da tappeti rossi.
Gli
analisti si sono dedicati allo studio delle numerose foto dell’incontro
diffuse dalle due parti. Quelle della Xinhua mostrano Xi sorridente e
rilassato, cortese padrone di casa che si è degnato anche di presentare
la first lady Peng Liyuan alla giovane Ri Sol-ju, moglie dell’ospite
nordcoreano. E soprattutto ci sono immagini nelle quali Xi parla e Kim
prende appunti. In patria, ogni uscita pubblica del giovane Kim è
seguita da anziani dignitari che prendono nota sul taccuino di ogni sua
parola. A Pechino il professore è il presidente e il Maresciallo può
fare solo l’allievo obbediente.
A Pyongyang hanno selezionato e
diffuso altre foto: quella del brindisi tra statisti, quella di Kim che
passa in rassegna il picchetto d’onore, compagno d’armi di Xi. È
difficile però che i colloqui di Pechino dopo sei anni di gelo abbiano
fatto cambiare del tutto idea a Xi, che secondo numerosi fonti cinesi
non si fida di Kim e lo disprezza per la sua azione arrogante e
destabilizzante. Ora il Maresciallo dice che «il problema della
denuclearizzazione della penisola coreana può essere risolto se Seul e
Washington risponderanno ai nostri sforzi con buona volontà, prendendo
misure simmetriche». Che cosa chiede in cambio Kim? Presumibilmente il
ritiro degli americani dal Sud, cosa che farebbe piacere anche a Xi.
Ultima
foto diffusa dai nordcoreani: Kim che saluta sorridente dal finestrino
del suo treno blindato in partenza dalla stazione centrale di Pechino:
secondo uno storico, questa immagine ricorda quella di Mussolini a Mon