martedì 20 febbraio 2018

Repubblica 20.2.18
Il libro
Come è difficile parlare di suicidio con i bambini
di Valeria Pini


Ci sono esperienze che i bambini non dovrebbero mai affrontare. Come il suicidio di un genitore o di un familiare. La separazione da una persona amata è un dolore profondo, ancora di più se non c’è un motivo apparente. Episodi difficili da gestire per gli adulti, ancora di più per i ragazzini. Il libro Io ci sarò per te - E quando avrò paura della psicologa e psicoterapeuta Anna Rita Verardo (Fioriti ed., 30 euro) affronta questo tema complesso.
Parla di storie come quella del pittore belga René Magritte. Era adolescente quando la madre si tolse la vita, lasciandosi annegare in un fiume. Il corpo fu ritrovato con una camicia da notte bianca attorno al volto, un’immagine che compare spesso nei quadri dell’artista. Nel suo libro, Verardo alza il velo che avvolge racconti come questo, le vite dei familiari di chi si è tolto la vita. Episodi che spesso entrano a far parte dei ‘segreti nelle famiglie’, proprio perché ancora oggi il suicidio è un argomento avvolto da un forte stigma. Eppure, come spiega l’esperta, la vera cura e la via per fare prevenzione, è la parola.
Nella prima parte del libro, l’autrice spiega agli adulti come aiutare i ragazzini che hanno vissuto quest’esperienza traumatica. Gesti e parole per accompagnarli nel lutto. Nella seconda sezione ci sono invece una serie di esercizi pratici da far fare ai bambini per combattere le paure e superare i sensi di colpa dopo il trauma. Cruciverba e quiz per riacquistare fiducia e sfogare la rabbia. Perché la morte di un genitore è un colpo per lo sviluppo psico-emotivo di un bambino. E per questo è fondamentale intervenire subito in un percorso di cura.